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Сентябрь
2024

Michele Riondino a Sappada per le riprese dell’horror tenero “La valle dei sorrisi”

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Nulla è come sembra. Al cinema, poi, è un’urgenza più o meno codificata. Un tempo c’era il neorealismo per raccontare il presente così come stava, qui a Sappada — invece — abbiamo intercettato un genere non genere, ovvero un film quasi finito, intanto, — “La valle dei sorrisi” — che usa «le normative dell’horror», per servirci delle parole precise del regista Paolo Strippoli, ma in realtà non lo è.

La Film Commission Fvg ha ancora una volta apparecchiato a dovere la Regione per l’accoglienza di una nuova produzione Fandango e Nightswim che ha scelto l’ampiezza delle montagne sappadine e di quelle tarvisiane al fine di calare nei contesti alpini una vicenda avvincente dai sapori contrastanti e con largo uso di abbracci, non sempre affettuosi, nonché di un senso di fuga e di dissoluzione in un paesello chiamato Remis.

Sappada offre il suo bel panorama oscurando però l’insegna. Nulla è come sembra. Pure la trama, che siamo costretti a tenere semi-nascosta, percorre sentimenti non usuali per appartenere a una specie solitamente spaventosa. «Non ci sono personaggi che rincorrono altri con la sega a motore», mette le mani avanti Strippoli. «Un uomo si rifugia in una comunità con largo uso di solitudine, proprio quella sensazione che Sergio (che ha il volto e le sembianze di Michele Riondino) cerca per disgregare corpo e mente in un processo di decadenza. Sarà anche un padre che ritrova il figlio, ma non tutti applaudiranno a quest’unione».

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Per sommi capi questo è ciò che vedremo nel 2025 in un film che sarà fatto circolare per la Penisola da Vision distribution. Il cast? Oltre ai protagonisti Michele Riondino e al giovanissimo Giulio Feltri, incroceremo sul grande schermo le performance di Romana Maggiora Vergano, Paolo Pierobon e Roberto Citran.

«Una produzione alla quale ci siamo dedicati con affetto per molti mesi — ricorda il numero uno della Film Commission Fvg Chiara Valenti Omero — soprattutto il collega Guido Cassano che ci ha messo il cuore, come sempre. Ora siamo quasi alla fine dei ciak e tutto ciò è meraviglioso». Col sostegno accorato del vicesindaco Silvio Fauner per il quale qualunque operazione culturale è fondamentale per la conoscenza dei territori. Oltre a tutto, è stato imponente l’impatto occupazionale della zona con largo utilizzo di maestranze locali, nonché di figuranti e di quant’altro servisse a un set cinematografico.

Questo, è bene ricordare, è il primo lungometraggio girato da quando Sappada è il comune più alto del Friuli Venezia Giulia. Quand’era in Veneto la località montana accolse la pellicola di Terrence Malick, un regista statunitense di culto assoluto, “La vita nascosta - Hidden life” e il ricordo è tutt’altro che svanito.

Ora tocca al regista Strippoli, già autore dell’horror urbano “Piove”, farsi ricordare. «Avevo in mente una storia di montagna, ma non sapevo bene precisamente quale montagna. Volevo capire le varie tipologie d’alta quota e la vostra corrispondeva al mio desiderio primario. E ho scoperto da voi un mondo all’interno di vari mondi. Posso dire con sincerità? In Friuli ho trovato una disponibilità impensabile da parte di chiunque. Quando non hai a che fare con la realtà devi tenere ben dritta la barra estetica che non è facile da guidare. Sarò per sempre grato per questo e spero che quest’opera coinvolga anche a chi non ha l’horror nelle proprie corde».

Chissà che ne pensa Michele Riondino, un attore ricordato per aver indossato la giacca del giovane Montalbano oltre ad altri abiti prestigiosi. Il suo ultimo titolo è “Palazzina Laf” ideato, diretto e interpretato dall’artista pugliese. «Ho accettato il ruolo per la fiducia che ripongo in Strippoli, avendo apprezzato il suo modo di fare cinema. Da non esperto del filone mi ha incuriosito molto come mi sarei approcciato al clima. L’affidarsi a Paolo è stata una delle prerogative. Ho vissuto quest’esperienza cercando di mantenere intatta la stessa curiosità che mi ha spinto ad accettare il ruolo».

Lo possiamo definire un horror tenero? «Lo è. Gioca con la paura, ma l’anima è dolce» — precisa Strippoli. «C’è molta umanità — focalizza Michele — ed è quello che lo spettatore vuole. Si chiama “La valle dei sorrisi” però la lacrima è sovrastante. E per tornare a stare meglio la gente farà cose inaspettate e pure violente».