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Сентябрь
2024

Menariolo esondato a Muggia, istruttoria sulla “pista slovena”

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Caso Menariolo, gli uffici regionali dell’Ambiente hanno aperto un’istruttoria per capire le ragioni che un paio di settimane orsono hanno causato l’esondazione del torrente nel territorio comunale muggesano.

Secondo il vicedirettore centrale Fabio Cella, per quanto fosse forte la bomba d’acqua abbattutasi sul comune rivierasco, la portata idrica si è rivelata troppo elevata per essere attribuibile solo a motivi meteo. L’ipotesi, al vaglio delle strutture amministrative, è che materiali (come i tronchi d’albero) collegati alla costruzione del tratto ferroviario Divaccia-Capodistria possano essere finiti nelle acque del Menariolo, accentuandone le difficoltà di deflusso verso valle.

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Va ricordato che il torrente nasce in Slovenia tra Antignano e Ospo, per entrare in Italia nei pressi del bosco di Vignano, sito nel comune di Muggia; si getta nell’Ospo subito dopo i laghetti delle Noghere.

I tecnici degli uffici competenti hanno già effettuato due sopralluoghi e hanno preso contatto con il ministero delle Infrastrutture sloveno, onde acquisire informazioni sulla vicenda e verificare l’ipotesi ora formulata.

Oltre al Menariolo, Cella ricorda che altri due corsi d’acqua “transfrontalieri” sono la Rosandra e l’Ospo: entrambi saranno oggetto di prossimi controlli, in particolare la Rosandra che due settimane fa si era fatta viva in via Flavia. L’esondazione del Menariolo richiederà un cantiere da 400 mila euro sul cosiddetto “tombotto” in località Noghere.

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La Regione detiene risorse per affrontare le criticità idrogeologiche: 10 milioni in tre anni derivanti da finanziamenti Por Fesr, come ricorda l’assessore Fabio Scoccimarro. «In termini di prevenzione e manutenzione proprio la presenza di tombamenti, ponti e infrastrutture, che interferiscono con il corso d’acqua, obbliga a un’attenta cura del verde, che può ostruire il flusso delle acque in caso di piena». «Oltre al reperimento delle risorse economiche - conclude - l’obiettivo è quello di costruire un percorso legislativo di semplificazione delle procedure autorizzative riguardo la manutenzione dei corsi d’acqua».

Allora Scoccimarro e Cella riepilogano gli interventi in agenda: a posto i lavori sul Sette Fontane a monte di viale XX Settembre (2 milioni); stanziati 3 milioni sul Chiave in Porto vecchio (più un milione già impiegato sulla foce del torrente); si dovrà metter mano al Rozzol, che scende da Melara e va a tombarsi in via Cumano. Quanto meno probabile un passaggio manutentivo sul rio Martesin, tra Gretta e Roiano, che comporterà una spesa di 800 mila euro.

Se alla Regione spettano i dossier finanziariamente e organizzativamente più impegnativi, un ruolo da non sottovalutare tocca comunque al Comune. L’assessore Michele Babuder, che ha la delega all’Ambiente, segue il tema insieme al dirigente Gustavo Zandanel. Tra interventi già realizzati, in rampa di lancio e in via di progettazione, il Municipio smazza sulla prevenzione idrogeologica circa 450 mila euro.

Vediamone l’articolazione. Con 200 mila euro sono già stati puliti dieci punti critici in vari siti della città, soprattutto nelle periferie. Rio Rosani, rio Corgnoleto, rio Castisino, rio Montorsino, rio Conti, rio Carbonara, rio Bovedo, rio Primario, gli attraversamenti delle vie Molini e Moncolano.

Un contributo regionale di circa 50 mila euro - spiega Babuder - sarà utilizzato per pulire vari torrenti nella zona di Miramare. Infine la variazione di bilancio agostana mette a disposizione altri 200 mila euro, per i quali è in corso la progettazione relativa alle priorità. Il lavoro viene ripartito con AcegasApsAmga, cui sono stati commissionati diversi interventi sui torrenti tombati (vedi quello in via del Bovedo). —

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