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Сентябрь
2024

Biden: “Daremo all’Ucraina 7,9 miliardi e armi a lungo raggio”. Peskov: “Il cambio della nostra dottrina nucleare è un segnale all’Occidente”

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Washington invierà all’Ucraina le armi a lungo raggio che Kiev chiede da mesi. Joe Biden ha annunciato un “aumento” dell’assistenza che comprende quasi 8 miliardi di dollari in aiuti militari e nuove munizioni a lungo raggio, in vista dell’incontro di oggi con Volodymyr Zelensky. “Oggi annuncio un aumento dell’assistenza alla sicurezza per l’Ucraina e una serie di azioni aggiuntive per aiutare l’Ucraina a vincere questa guerra”, ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti in un comunicato, che tuttavia non menziona l’auspicato via libera per Kiev al lancio di missili a lungo raggio di fabbricazione statunitense verso la Russia.

“Sono grato al presidente americano Joe Biden, al Congresso americano e ad entrambi i partiti, repubblicani e democratici, così come all’intero popolo americano per l’annuncio odierno di importanti aiuti alla difesa all’Ucraina per un totale di 7,9 miliardi di dollari e per l’introduzione di nuove sanzioni contro la Russia”, ha risposto su Telegram il presidente ucraino. “Utilizzeremo – ha scritto Zelensky – questa assistenza nel modo più efficace e trasparente per raggiungere il nostro principale obiettivo comune: la vittoria dell’Ucraina, una pace giusta e duratura e la sicurezza transatlantica”.

Il leader ucraino ha ringraziato “gli Stati Uniti per aver fornito i mezzi più importanti per proteggere il nostro popolo. Un’ulteriore batteria di difesa aerea Patriot, altri equipaggiamenti di difesa aerea e intercettori, droni, missili a lungo raggio e munizioni aria-terra, nonché fondi per rafforzare la difesa e la base industriale dell’Ucraina. Apprezzo anche la decisione di espandere i programmi per addestrare un numero maggiore di nostri piloti a pilotare l’F-16, così come le forti sanzioni messe in atto per limitare ulteriormente la capacità della Russia di finanziare la sua aggressione contro l’Ucraina”.

Sulle sanzioni in mattinata è tornato a parlare anche Vladimir Putin, definendole “strumenti di concorrenza sleale“, perché “spesso perdono in una competizione leale”. “Anche noi abbiamo le nostre difficoltà, ma la Russia rimane uno dei principali partecipanti al mercato energetico mondiale”, ha aggiunto Putin intervenendo a una conferenza sul settore energetico. Secondo il presidente, se prima dell’inizio del conflitto in Ucraina, e quindi delle sanzioni occidentali, la quota della regione Asia-Pacifico nelle esportazioni energetiche russe era di circa il 39%, “alla fine dello scorso anno è aumentata di 1,5 volte e ha già superato il 60%”. In generale, ha sottolineato ancora Putin i “Paesi amici” acquistano il 90% dell’energia esportata dalla Russia. “Ecco perché – ha concluso – il suo volume fisico, ad eccezione del gas naturale, è rimasto praticamente al livello del 2021”.

Il Cremlino, questa mattina, è tornato anche sulla questione del nucleare. Le modifiche annunciate della dottrina nucleare russa annunciate da Putin ieri – alla vigilia dell’incontro tra Zelensky e Biden – sono un segnale inviato ai paesi ostili, ha detto il portavoce Dmitry Peskov. “Questo è un segnale che avverte questi Paesi delle conseguenze se partecipano ad un attacco al nostro Paese con vari mezzi, e non necessariamente nucleari“, ha affermato Peskov. Ieri il presidente russo aveva convocato un Consiglio di sicurezza nazionale straordinario e annunciato una modifica alla dottrina nucleare russa: “Nella versione aggiornata del documento – ha detto Putin – si propone di considerare un’aggressione contro la Russia da parte di uno Stato non nucleare, ma con la partecipazione o il sostegno di uno Stato nucleare, come un attacco congiunto“. Il leader russo non aveva chiarito se ciò farà scattare un’immediata risposta nucleare. Ora le parole di Peskov sembrano andare in questa direzione.

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