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Сентябрь
2024

Italia Viva Torino: “La stanza d’ascolto dei Pro vita contrasta  lo spirito della 194”

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“E’ una scelta scellerata”. Non si placano  le proteste contro i Pro Vita che hanno accompagnato l’apertura della “Stanza d’ascolto” presso l’Ospedale Sant’Anna di Torino, fortemente contestata dalle associazioni abortiste.

“Riteniamo ingiustificabile ed assolutamente privo di responsabilità ed etica che fondi pubblici, vengano destinati a questo scopo palesemente contrario allo spirito della legge 194”.

E’ quanto espresso in un comunicato di Italia Viva e del Partito Socialista (della provincia di Torino) che attaccano   Governo e  Giunta regionale  e, in particolare, l’assessore regionale alle politiche sociali Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia, il più pro vita del quadro politico piemontese.  

Lo sportello (stanza d’ascolto) del Sant’Anna , recentemente aperto e gestito da associazioni antiabortiste legate al Movimento Pro Vita è  finanziato con fondi pubblici, per convincere le donne a rivedere la loro scelta di interruzione gravidanza.  

Un approccio che contrasta con il principio della 194, secondo cui solo la donna può decidere di abortire nei primi 90 giorni di gestazione senza alcuna interferenza.

Sono in corso valutazioni per verificare se, sotto l’aspetto legale, questi interventi pro vita possano rientrare in forme di violenza psicologica, in un momento particolarmente difficile della donna.

La nota attacca la destra al governo anche per quella che viene definita una generale e strisciante compressione dei diritti, in cui rientra anche quello sacrosanto delle donne di decidere liberamente (autodeterminazione), bloccando la volontà di colpevolizzare le persone che scelgono di abortire.  

E’ stato anche sollevato il dubbio che queste stanze di ascolto più che a “convincere le donne“ siano soprattutto strumenti di propaganda politica infarcita di populismo.

Facendo un cenno politico ai protagonisti della nota 

è da rilevare  come tra i renziani torinesi, guidati dalla pasionaria Maria Angela Ferrero, abbia sempre prevalso uno spirito progressista rispetto a quanto si è registrato in altre realtà nazionali. Tanto più ora che il loro Matteo ha ripreso a guardare di nuovo a sinistra per sconfiggere il governo Meloni. Questo mentre  Centro e Terzo Polo sembrano evaporare.

Nessuno ritiene che l’aborto possa essere considerato alla stregua di una pratica anticoncezionale, ma questa destra continua a porre ostacoli (pillola del giorno dopo e corsi di educazione sessuale), tra un mare di medici obiettori,  avvicinandosi  più alla realtà ungherese e polacca che al resto d’Europa. Certo con la diffusione delle pillole del giorno il calo degli aborti è stato davvero significativo.

“Che i medici facciano  ascoltare il battito del cuore del feto” è il modello delle stanze d’ascolto ungheresi volute dal governo di Viktor Orban che tanto piace alla nostra leader che comunque ha espresso la volontà di non toccare la 194. 

L’IVG ha forti limitazioni anche in Polonia, rispetto al resto d’Europa.   In Italia l’impossibilità pratica di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza, come avviene in realtà in cui abbondano i medici obiettori e sono carenti i servizi, lascia ancora spazio al mondo dei privati,  spesso senza scrupoli, con più alti rischi e costi per la donna.  Certo  saranno in calo le “mammane” tanto  citate da Marco Pannella, ma la 194 voluta dalla maggioranza degli italiani va difesa dal vento ipocrita dei sovranisti.   

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