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Сентябрь
2024

In Carso nasce “Pucìnum”, il vino affinato nel Timavo amato dagli antichi romani

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È un vino che unisce la storia antica e la tradizione della viticoltura locale, che si propone come veicolo di promozione del territorio e che rappresenta un “unicum” del genere, in quanto il suo affinamento, cioè l’ultima fase della maturazione, avviene nelle acque dolci delle foci del Timavo.

Parliamo del “Pucìnum”, vino bianco presentato ieri nella sede del marina “Timavo” da Maurizio Lenarduzzi, imprenditore e titolare della struttura, che ha voluto cimentarsi nel settore del vino, proponendo «un prodotto – ha detto ieri, rivolgendosi a numerosi rappresentanti istituzionali e a una piccola folla di appassionati e operatori del mondo dell’agricoltura – di assoluta qualità, di cui abbiamo registrato il marchio alla Camera di commercio, e che ha la caratteristica di vivere la fase finale della sua maturazione, cioè fino a poco prima della vendita, nelle acque del nostro Timavo.

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Prima di avviare questa iniziativa – ha aggiunto – abbiamo fatto eseguire accurati studi e ricerche da parte di autorità del settore per completare l’operazione con precisi criteri scientifici. Contiamo – ha concluso Lenarduzzi – che il “Pucìnum” possa diventare un elemento caratterizzante del nostro territorio e strumento di conoscenza da parte di tutti della Venezia Giulia e dell’Alto Adriatico».

Di certo il “Pucìnum” vanta una storia millenaria: già Plinio il Vecchio, naturalista e scrittore che visse nel primo secolo, ne descrisse così le qualità nella sua “Naturales Historiae”:

«Nasce nel seno del mare Adriatico, non lontano dalla sorgente del Timavo, su un colle sassoso. Il soffio del mare ne cuoce poche anfore, medicamento che è superiore a ogni altro».

E la sua fama è strettamente legata alla vita dell’imperatrice romana Livia Augusta, che, bevendolo con regolarità, almeno questa è la narrazione che si fa della vicenda, sfiorando probabilmente la leggenda, riuscì a superare gli 80 anni, per l’epoca un dato straordinario.

Il luogo di coltivazione del vitigno si trova sul Carso, nel Comune di Duino Aurisina, in una zona composta in prevalenza da pietre, dove la brezza marina, secondo gli esperti, conferisce all’uva caratteristiche particolari e tali da rendere il prodotto finito adatto anche all’uso medico. Le uve sono selezionate già in vigneto e quindi raccolte in cassetta la mattina presto, prima che il sole ne scaldi la polpa.

La spremitura molto morbida permette di estrarre solamente il meglio del mosto, la fermentazione alcolica prende corpo in barrique di rovere a 12 gradi. Trascorso questo periodo, le bottiglie sono inserite in gabbie d’acciaio e poste in acqua sul letto del fiume Timavo.

Dal momento dell’immersione, il processo di micro ossigenazione subacqueo permette al “Pucìnum” di acquisire una pienezza maggiore rispetto ai vini tradizionali. È accertato inoltre che la conservazione sott’acqua per sei mesi equivale a un periodo di qualche anno in superficie. Infine, la bassa e costante temperatura del Timavo gioca un ruolo di ibernazione, mentre la corrente crea un naturale e costante remouage sul prodotto e la condizione di semibuio non permette ai raggi di penetrare all’interno della bottiglia e di rovinarne il contenuto. —

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