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Сентябрь
2024

A Gorizia scatta la stretta sull’Imu: raddoppiati in un anno gli avvisi di accertamento

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Si tratta di documenti che potrebbero passare quasi inosservati, se non fosse che i contenuti sono molto importanti per il bilancio del Comune di Gorizia. Perché, di fatto, vanno a consolidare l’attività, obbligatoria e necessaria, di recupero dell’Imu. Parliamo delle determinazioni del Servizio Tributi relative agli accertamenti per violazioni dell’imposta municipale unica.

Spulciando tra quegli atti si scopre che lo scorso anno, a seguito del monitoraggio effettuato dagli uffici per recuperare l’evasione, sono stati emessi nel 1.138 avvisi di accertamento per un importo complessivo di oltre 1,6 milioni: 1.617.592 euro per essere precisi al centesimo. Un numero quasi doppio rispetto a quello dell’anno precedente quando gli accertamenti erano stati 768. Sempre nel 2023 peraltro, oltre agli avvisi nuovi, ne sono stati perfezionati altri emessi nel 2022 che hanno portato nelle casse municipali 662.269 euro.

Si tratta in pratica dei risultati delle cicliche azioni di recupero delle somme. «Stiamo agendo per la loro riscossione», fanno sapere in Municipio. Certo, il contribuente può (ovviamente) contestare le richieste del Comune ma l’azione degli uffici è ferma e determinata.

Non tutti i destinatari degli avvisi sono necessariamente sono dei “furbetti”, cioè persone che, scientificamente e scientemente, non pagano le imposte. Ci sono anche casi di semplici dimenticanze o di calcoli errati dell’Imu. Da qui, le contestazioni.

Come abbiamo avuto modo di scrivere più volte, il Comune, sia per cercare in qualche modo di venire incontro alle situazioni dei morosi, sia per non dover sostenere spese legali che possono essere evitate, in prima battuta, e a lungo, cerca di recuperare tutti i crediti in maniera bonaria: vengono più volte inviati annunci e solleciti alle famiglie morose, e si cerca di risolvere la questione, ove sia possibile.

Questo ha permesso nel passato di ripianare completamente centinaia di posizioni debitorie, oltre ad incassare alcuni pagamenti parziali, spesso spontanei, da parte di famiglie che hanno chiesto e ottenuto di poter rateizzare quanto dovuto. Questo perché, fortunatamente, nella nostra città prevale ancora una cultura del senso del dovere e della responsabilità e sono tante le persone che preferirebbero piuttosto non mangiare, ma pagare quanto dovuto. La situazione in altre realtà diversa dalla nostra, ad esempio, è ben più grave.

Dal punto di vista tecnico, nel caso di rateizzazione di entrate proprie, l’accertamento dell’entrata è «effettuato e imputato - si legge in una determina affissa all’albo pretorio - all’esercizio in cui l’obbligazione nasce, a condizione che la scadenza dell’ultima rata non sia fissata oltre i dodici mesi successivi. Gli interessi attivi relativi alla rateizzazione devono essere imputati distintamente rispetto alle entrate cui si riferiscono».

«Per semplificarla al massimo, si tratta – spiegano dal palazzo municipale – degli accertamenti per mancati pagamenti o per pagamenti diversi da quelli che, secondo l’ente, si sarebbero dovuti fare. Infatti, tecnicamente sono accertamenti, non escussioni. Quindi, si tratta di un iter che, alla fine, porta o ad un pagamento o ad un riconoscimento delle ragioni del contribuente. Vengono, nel frattempo, accertati perché sono un credito che il Comune vanta. Se vi dovessero essere ragioni del contribuente valide e riconosciute, verrà naturalmente conguagliato l’accertamento. La rateizzazione delle entrate, nel rispetto dei limiti imposti dalla legge e dal regolamento del Comune, devono risultare da atti formali». Anche per questo all’albo pretorio , nel corso di un anno, appaiono più determine di tenore simile perché è necessario integrare gli accertamenti e le obbligazioni degli importi in base alla scadenza di pagamento. —