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Tassa sugli extraprofitti delle banche: le ipotesi sul tavolo

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Tassa sugli extraprofitti. Ci risiamo. Come avvenne alla vigilia della Manovra 2024, anche quest’anno si torna a parlare del possibile prelievo agli istituti di credito. La maggioranza è divisa (Forza Italia continua a essere del tutto contraria) e i mercati reagiscono già solo a sentirne parlare (ieri Piazza Affari ha chiuso in rosso, a -0,24%).

Lega e Fratelli d'Italia propongono un contributo una tantum, definito "di solidarietà", che prevede una percentuale variabile tra l'1% e il 2% sugli extraprofitti delle banche. L'obiettivo è quello di chiedere agli istituti di credito di contribuire maggiormente alle casse statali. Ma Forza Italia rimane contraria a qualsiasi tipo di tassa sugli extraprofitti. Il vicepremier Antonio Tajani ha dichiarato che un prelievo del genere danneggerebbe le "banche di prossimità" e creerebbe instabilità sui mercati finanziari.

Gli utili delle banche italiane sono cresciuti notevolmente negli ultimi anni, spinti dal continuo rialzo dei tassi d’interesse, passando dai circa 25 miliardi del 2022 agli oltre 50 miliardi stimati per quest’anno dalla Federazione Autonoma Bancari Italiani (Fabi). L’anno scorso il tentativo di tassazione si è concluso con un nulla di fatto.

Nell’agosto 2023 la discussione sulla tassa sugli extraprofitti (che si stimava potesse portare 2,5 miliardi nelle casse statali) si concluse con un emendamento che dava alle banche la possibilità di scegliere se versare l'imposta o destinare l'importo equivalente a riserva patrimoniale. Le banche, come era prevedibile, hanno optato in massa per la seconda soluzione. Quindi lo Stato non ha incassato un centesimo. Unica nota positiva, secondo il governo, è stato il rafforzamento patrimoniale delle banche che ha contribuito a migliorare i rating del Paese, portando a un abbassamento dello spread e, di conseguenza, a un risparmio sui costi degli interessi sul debito pubblico. Quindi un beneficio, seppure indiretto, c’è stato per l’Italia.

Ora si torna a discutere. Mentre ci sono Paesi dove le casse statali stanno incassando avendo chiesto alle banche di contribuire maggiormente. La Spagna, innanzitutto, dove dalla tassazione quest’anno dovrebbero arrivare quasi 2 miliardi di euro. A Madrid il prelievo sui profitti bancari porta circa un miliardo e 200 milioni di euro all’anno: 1,3 nel 2023 e stima 1,7 nel 2024. In Ungheria si tratta di 640 milioni di euro, In Repubblica Ceca 600 milioni, in Slovacchia 340 milioni e in Lituania 250 milioni (dati FMI).