La palestra digitale secondo Technogym: «Ne abbiamo intuito le potenzialità sin dal 1996»
Precursori e innovatori. Quando si intuisce la potenzialità di uno strumento anche per un settore che, in maniera abitudinaria, siamo propensi a percepire come distante dallo strumento stesso, molto spesso capita di fare centro. Nel 1996 Technogym, azienda leader nella produzione di attrezzi dello sport (che ha saputo evolversi fino a diventare – come vedremo – molto altro), lanciava il suo Wellness System, con la celebre chiavetta gialla – la Technogym Key – in grado di gestire l’allenamento attraverso un dispositivo personale. Quello che, a ragione, viene definito il primo esemplare di wearable, 25 anni prima dello smartwatch. Oggi, come abbiamo anticipato, Technogym è una delle realtà italiane di livello globale in grado di poter parlare di palestra digitale e di come i supporti tecnologici abbiano contribuito a stravolgere il concetto di sport, di allenamento, di salute.
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L’intervista a Enrico Manaresi e il rapporto di Technogym con il digitale
Oggi, la palestra digitale passa anche dalla produzione di contenuti di qualità, un mezzo attraverso cui si rende smart l’ecosistema della palestra. «Questi contenuti sono molto importanti per una serie di ragioni – ha spiegato a Giornalettismo Enrico Manaresi, Global Head of Communication di Technogym -. Technogym nasce come un’azienda di prodotto, che si focalizza su sistemi tecnologicamente avanzati e di alta qualità. Ma si associa sempre allo stile di vita del wellness che comprende il fitness, lo sport e la salute. Technogym, per essere in grado di personalizzare l’esperienza in favore di una comunità più ampia possibile, ha costruito un ecosistema connesso, online e digitale, una piattaforma cloud che contiene i dati e permette di fare login su account personalizzati. Ma l’esperienza di Technogym è fatta anche da una vastissima quantità di contenuti, appunto, che permettono di personalizzare l’allenamento di ogni utente, a seconda del suo obiettivo».
Nel tempo, sono nate partnership importanti con i principali operatori tecnologici. L’ultima, in ordine di tempo, è stata quella con le smart tv Samsung. Si tratta di collaborazioni che sono funzionali alla creazione di soluzioni sempre più vicini agli utenti finali e agli operatori del fitness: «L’ecosistema Technogym – ricorda Manaresi – è un sistema aperto: abbiamo oltre 120 compatibilità, con tutti i principali player del settore, non soltanto con Samsung. Technogym è sicuramente l’azienda esperta dell’esercizio, ma il suo obiettivo è quello di personalizzare l’esperienza». I risultati sono sotto gli occhi di tutti: l’azienda può vantare 25 milioni di persone connesse all’ecosistema e stima 70 milioni di persone che si allenano ogni giorno con Technogym.
Si tratta di numeri che possono essere interessanti per una vera e propria media house. «Technogym aiuta le persone a vivere meglio grazie all’esercizio – continua il Global Head of Communication di Technogym -. Per noi ecosistema significa progredire nella produzione dei contenuti multimediali, nell’equipment e nell’education, oltre che nei contenuti e nei prodotti per gli utenti. Non dimentichiamoci che Technogym ha un modello B2C che si rivolge all’utente finale e un sistema B2B che si rivolge agli operatori di settore».
E si torna, quindi, al forte legame che Technogym ha con le tecnologie digitali. Mentre gran parte di utenti e non addetti ai lavori ha scoperto la palestra virtuale durante il covid, l’azienda con sede a Cesena ha lavorato da sempre con questo concetto. Dalla Technogym Key all’intelligenza artificiale, c’è stato un lavoro di ricerca durato quasi 30 anni: «Il digitale non è nato con il covid – conclude Manaresi -. AI, app, la tecnologia in tutte le sue sfumature sono elementi su cui puntiamo e di cui abbiamo seguito l’evoluzione. Oggi, da un lato abbiamo un coach digitale che attraverso la nostra app offre un allenamento personalizzato che si adatta alle necessità degli utenti, dall’altro abbiamo una piattaforma gestionale, Mywellness, che consente di ottimizzare l’esperienza dell’utente all’interno della palestra fisica. In cui, tra l’altro, noi continuiamo a credere davvero molto».
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