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Сентябрь
2024

Costi alle stelle, il Comune di Venezia stanzia 100 mila euro per salvare le sagre

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Sagre e feste parrocchiali o di gruppi di volontari, finanziate dal Comune di Venezia con un bando che passa da 80 mila a 100 mila euro.

È la novità di un provvedimento, nato nel periodo della pandemia, che è diventato una forma di sostegno strutturale per il mondo del volontariato che con feste e sagre contribuisce alla vivibilità di sestieri e quartieri della città e finanzia progetti sociali.

Gli assessori alla Promozione del territorio, Paolo Mar, e al Bilancio, Michele Zuin, hanno incontrato lunedì mattina al Municipio di Mestre le realtà che organizzano questi eventi sul territorio. E hanno annunciato che il cosiddetto fondo “salva sagre"”non solo verrà mantenuto, ma sarà anche incrementato per un importo di 20mila euro. Il finanziamento totale sale a 100mila euro. In futuro cambierà il nome in “continua sagre”.

Ventisei le realtà finanziate quest’anno. Nove in centro storico ed isole, il resto in terraferma. Hanno richiesto aiuti specie per la sicurezza e tutti hanno ottenuto un contributo, che non copre tutta la spesa.

«Il contributo erogato, in parte utilizzando il fondo di riserva, è una forma di ringraziamento e di rispetto per il lavoro svolto dalle associazioni sul territorio a favore di tutta la cittadinanza che viene coinvolta nelle varie feste e iniziative. È un dato di fatto che senza il supporto del volontariato molti appuntamenti e tradizioni rischierebbero di andare persi, da qui la necessità di riconoscere il senso di appartenenza alle tante persone che prestano il loro servizio e tempo per il bene della città e per la buona riuscita degli eventi», dice Zuin.

Le questioni aperte

Che difficoltà vive il mondo delle sagre? Se in centro storico il problema è da un lato il ricambio generazionale, dall’altro - ricorda Paolo Basili della festa di San Pietro di Castello, che conta quasi 140 volontari, «Venezia vede il problema degli alti costi. Per i complessi che vengono a suonare, per il trasporto, per i palchi. In media costa tutto il doppio rispetto alla terraferma. Ci servirebbero quindi dei servizi in più», spiega. Ma in molte sagre oggi aumenta la pattuglia dei giovani volontari, che fa ben sperare.

Callisto Pesce della festa della parrocchia di Sant’Andrea a Favaro evidenzia un’altra difficoltà.

«Noi abbiamo un abbonamento con la Siae per pagare i diritti d’autore delle musiche dei gruppi. Una spesa forfettizzata di circa 3 mila euro. Quest’anno abbiamo ricevuto una raffica di Pec e richieste di pagamento dalla Lea. Alla fine abbiamo pagato, circa 200 euro. Ma serve una normativa, credo nazionale, che chiarisca questo problema», evidenzia. Una grana, evidentemente, da risolvere.

Contro gli sprechi

Le sagre negli anni sono diventate presidio anti sprechi. Non c’entra solo l’uso di stoviglie compostabili. A Venezia, per esempio, le associazioni chiedono un progetto con Veritas per il rifiuto umido, che in centro storico, finisce assieme al secco.

Il cibo avanzato, spiegano tutti, spesso viene consegnato alla Caritas o alle mense, come quella dei frati Cappuccini.

Don Gianni Antoniazzi, parroco di Carpenedo, evidenzia che oggi l’uso di moderni software consente di ridurre lo spreco. «Noi incentiviamo anche le scatole per portare a casa il cibo avanzato. Purtroppo quest’anno tante persone hanno rifiutato di farlo».

Don Mauro di Sant’Antonio a Marghera chiede, invece, aiuto per gestire il tema traffico.

Il confronto con il Comune è aperto. «La grande partecipazione è indice dei buoni rapporti in essere e del grande lavoro che svolgiamo in sinergia. Siete un patrimonio sociale importante della città», evidenzia l’assessore Mar.