Commercialista padovana condannata a due anni per tentata concussione
Assolta dall’accusa di abuso d’ufficio e da due contestazioni di falso (uno emerso in corso d’udienza) perché il fatto non sussiste, condannata a due anni per tentata concussione perché, in quanto consigliera di Etra, nel 2019 aveva chiesto l’annullamento di una gara d’appalto del valore di 88 mila euro in seguito al fatto che una ditta cliente del suo studio di commercialista, Biblos, non era riuscita a caricare e a inviare, tramite l’apposito portale, la documentazione per partecipare alla stessa gara.
È la sentenza pronunciata lunedì 23 settembre dal tribunale di Padova nei confronti di Paola Mietto, 58enne commercialista di Cittadella e, anche lunedì, presente in aula accanto al suo difensore, il penalista Ernesto De Toni.
Tra 90 giorni le motivazioni. Il pm Sergio Dini aveva chiesto l’assoluzione per i primi due reati e la condanna a due anni e un mese per la tentata concussione. È stato stabilito un risarcimento di alcune migliaia di euro a favore della parte civile, il funzionario Etra Paolo Zancanaro, dell’Ufficio approvvigionamenti e gare, assistito in aula dall’avvocato Domenico Giuri.
«Sono molto delusa...Ho operato nel solo interesse di Etra perché avevo assistito personalmente, e del tutto involontariamente, al mancato funzionamento del portale per le gare. E avevo chiesto di valutare l’opportunità di cancellare quella gara per evitare problemi a Etra, non per favorire il mio cliente del quale non avevo fatto il nome e al quale non ho mai detto della mia volontà di intervenire per ripristinare la legalità».
Poi la gara non è stata annullata: «Ho scoperto nel processo che il portale funzionava, secondo il gestore... Mi hanno assolto dall’abuso d’ufficio e dai fatti di falso perché è stato accertato che non ho fatto nulla di quanto contestato. Farò sicuramente appello contro la sentenza. Questo è stato un primo passo: i giudici di primo grado hanno capito i due terzi della mia condotta e sono certa che riuscirò a dimostrare la mia innocenza per l’unico fatto per il quale sono stata condannata». La difesa ha già preannunciato appello.
Tutto nasce da una denuncia presentata dal funzionario di Etra Zancanaro.
Biblos non era riuscita a caricare nel termine la documentazione per partecipare alla gara. Quindi la commercialista Mietto avrebbe invitato il funzionario ad annullare la gara senza far mai il nome del cliente: voleva non ci fossero problemi con Etra.
E, come testimone diretto del mancato invio, avrebbe rischiato di essere chiamata in causa dall’omesso partecipante (è la tesi difensiva).
La procura ha dato una diversa ricostruzione: Mietto aveva «minacciato il funzionario (rup, cioè responsabile unico del procedimento) di imprecisate conseguenze con frasi del tipo “parliamoci chiaro... è per il quieto vivere di tutti... qui viene fuori il finimondo” affermando di essere al contempo persona più in alto dello Zancanaro».
Per quanto riguarda l’abuso d’ufficio, nella veste di consigliere Etra, l’accusa era di aver reclamato un indebito vantaggio, cioè l’annullamento della gara, a favore del proprio cliente, e quanto al falso era stata chiamata a rispondere di non aver dichiarato nelle certificazioni il rapporto con il cliente (ma all’epoca dei fatti non aveva ancora un incarico nella multiutility). Per entrambe le contestazioni, nessuna responsabilità penale.