ru24.pro
World News
Сентябрь
2024

Juric, esordio e tre gol all’Udinese. Ma all’Olimpico vincono i fischi

0

Non era affatto facile. Esordire in casa sulla panchina che fino a quattro giorni prima era di proprietà di una bandiera come Daniele De Rossi . Che la domenica di Ivan Juric fosse difficile, ne era consapevole anche lui. Non a caso la vigilia era stata un sunto di pragmatismo e sintesi. In più l’atmosfera all’ Olimpico . Dichiaratamente contraria ai Friedkin e a buona parte della rosa. La lettura delle formazioni è stato un susseguirsi di fischi per molti calciatori della Roma . Nel calderone, suo malgrado, è finito anche Ivan Juric . Fischiatissimo dall’ Olimpico . Colpevole? No. Ma proprietario di quella panchina, che per tutti i tifosi giallorossi, doveva essere ancora di Daniele De Rossi . Finita qui? Certo che no. Perché in questo clima di contestazione a far ulteriore rumore ci ha pensato il silenzio assordante della Curva Sud . Rimasta fuori dallo stadio per mezz’ora, come annunciato nei giorni scorsi. Settore vuoto, riempito solamente da uno striscione: “Non rispettate i nostri valori e le nostre bandiere. Da oggi torniamo alle vecchie maniere”. Trenta minuti di partita in cui la Roma ha giocato nel brusio dello stadio, rotto solamente dalle urla di Juric . […]  In tutto questo c’è stata una partita. Una bella partita della Roma . Che ottiene la prima vittoria in campionato: 3-0 all’ Udinese , una delle sorprese di questo campionato. Juric annulla Runjaic e lo fa seguendo le sue idee. “Mi è piaciuta molto la prima Roma di De Rossi, quella della scorsa stagione. Vorrei riproporre quell’idea”. Detto, fatto. Dentro tutti i senatori, fuori tutti i nuovi acquisti. Ad eccezione di Dovbyk . Panchina per Soulé , Hummels , Hermoso , Abdulhamid , Dahl e Koné . Sorprendente soprattutto quella del francese, giustificata prima della gara dallo stesso allenatore croato: “Gran talento, ma c’è da lavorare” . Meglio affidarsi su quello che ha visto lo scorso anno e che gli è piaciuto in questi pochi allenamenti. E la squadra lo ha premiato con la carta della corsa e abnegazione. Provando a mettere in pratica già i primi dettami. Aggressività e verticalizzazioni. […]

(La Repubblica)