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Сентябрь
2024

Vigevano, omicidio di via Piave la vittima non poteva difendersi: troppo alcol

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VIGEVANO. Daniel Angel Albaredo Meja, il 28enne peruviano ucciso al culmine di una lite in casa nell’aprile 2023 in via Piave (nella foto), non aveva assunto droghe la sera in cui è stato ucciso. Però aveva una quantità importante di sangue nell’alcool, oltre cinque volte il limite per guidare un’auto: circa 2,5 grammi di alcool per litro di sangue. Una situazione che avrebbe reso impossibile alla vittima difendersi dai colpi ricevuti durante la lite domestica che gli è costata la vita.

È emerso venerdì durante l’udienza di fronte alla corte d’assise di Pavia in cui sono stati sentiti due consulenti medico legali. Il processo vede come unico imputato per omicidio volontario Mario Pier Arteaga Rodriguez, il 35enne accusato di aver ucciso a calci e pugni il 28enne. L’omicidio era avvenuto nella notte nella serata del 20 aprile dell’anno scorso, in un appartamento di via Piave.

Secondo la ricostruzione dell’accusa (pm Andrea Zanoncelli) Mario Pier Arteaga Rodriguez avrebbe ucciso il giovane, convivente di sua sorella, al culmine di una lite familiare. In particolare l’imputato avrebbe difeso sua sorella durante una discussione con il compagno, che aveva anche lanciato un televisore. A quel punto, sempre secondo la ricostruzione dell’accusa, era intervenuto il fratello della donna, colpendo il 28enne con una scarica di pugni. Daniel Angel Albaredo Meja aveva perso conoscenza. La compagna e le altre persone presenti avevano cercato di soccorrerlo, ma senza chiamare il 118. Le ambulanze era stato allertate solo successivamente dal padre della ragazza rientrato a casa. Intanto Arteaga Rodriguez e la sorella erano fuggiti a piedi, temendo conseguenze per quanto accaduto. Rodriguez Arteaga aveva camminato per qualche centinaio di metri e si era nascosto nel box di un palazzo e lì, poche ore dopo, era stato arrestato, tradito da una telefonata alla sorella.

Il 35enne, oltre alla contestazione di omicidio volontario, deve rispondere anche di lesioni, secondo l’accusa avvenute a gennaio 2023, cioè pochi mesi prima del delitto di via Piave. L’imputato è difeso dall’avvocato Stefano De Felice, mentre è parte civile nel procedimento la madre della vittima, una donna che vive a Livorno ed è rappresentata dall’avvocata Laura Sforzini di Pavia.

Il procedimento si dovrebbe concludere il prossimo 15 novembre di fronte alla corte d’assise presieduta dalla magistrata Elena Stoppini. —