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Сентябрь
2024

Quando le unghie diventano artigli pericolosi, per sé e per gli altri

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L’eccessivo uso di smalti e «accessori» per decorare le unghie, come pure farsi trattare le mani con le apposite apparecchiature, può comportare inconvenienti spiacevoli se non gravi. Per una corretta prevenzione, si parta dalla scelta di centri estetici non improvvisati...

Quegli artigli lunghissimi, luccicanti, glitterati, paillettati... e pericolosi. Non stiamo parlando di chi rischia graffi e ferite anche solo perché osa dare la mano alle proprietarie di unghie con «protesi» più lunghe di una pista di atletica, ma delle appassionate di manicure estreme. La tendenza modaiola che da ormai qualche anno impone unghie sempre più elaborate e appariscenti, grazie a smalti permanenti e semipermanenti arricchiti di strass ed effetti speciali in centinaia di varianti, ha spinto la comunità scientifica ad accendere un faro sui pericoli che facciamo correre alle mani, e alla salute, sottoponendoci a tali procedure. Le unghie infatti non sono nate con la funzione estetica che gli attribuiamo oggi, cioè di «artigliare», nel vero senso della parola, l’attenzione altrui: ma di proteggere le nostre falangi, di rivestire la delicata pelle all’estremità degli arti, di facilitare la presa delle mani e la stabilità in generale. Se invece vengono viste solo come un accessorio estetico, un supporto per gli smalti da far allungare a dismisura, sottoponendole a trattamenti aggressivi, ripetuti e stressanti, non va affatto bene: un gruppo di ricercatori delle statunitensi University of Pittsburgh e University of California San Diego ha studiato gli effetti dei dispositivi di polimerizzazione (le lampade che si usano per far indurire gli smalti semipermanenti e permanenti) sulle mani, giungendo alla conclusione che possono portare a morte cellulare e a mutazioni del Dna (potenzialmente responsabili di tumori cutanei).

La ricerca, pubblicata su Nature Communications, ha creato preoccupazione nel mondo scientifico, considerando che nei soli Stati Uniti circa tre milioni di persone si recano ogni settimana a fare manicure; e chi utilizza questo genere di smalti li rinnova, con una nuova seduta, in media due volte al mese. «I raggi Uva utilizzati da questi macchinari, necessari per asciugare e indurire lo smalto acrilico o il gel, penetrano profondamente fino al derma» afferma Alessandra Maria Cantù, dermatologa di Humanitas Medical Care «e sono ben noti per il loro potenziale dannoso sul Dna, che conduce a un invecchiamento precoce della cute e favorisce la formazione di cheratosi attiniche - precancerose - e tumori cutanei. L’esposizione frequente e prolungata a questi raggi può quindi essere associata a un maggiore rischio di carcinoma squamo-cellulare, che, pur meno aggressivo del melanoma, può causare metastasi».

Lo studio delle due università americane ha preso il via da studi che correlavano estetiste e partecipanti a concorsi di bellezza a un aumentato rischio di rari tumori alle dita. Ma non di soli raggi Uva soffrono le unghie, e senza sfociare nel terrorismo psicologico, magari solo per convincere amiche, figlie e nipoti dall’astenersi da queste pratiche, occorre anche dire che - se il cancro vi sembra un’ipotesi remota - la manicure estrema espone anche ad altri pericoli, assai più immediati. «Occorre mettere in guardia dall’eccessivo ricorso a questo tipo di manicure» spiega Santo Raffaele Mercuri, primario di Dermatologia dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano e professore associato di Dermatologia e venereologia all’Università Vita-Salute San Raffaele. «Anche perché, a parte appunto il rischio di carcinoma squamo-cellulare, su cui si stanno facendo diversi studi, la polimerizzazione può esporre a disidratazione della pelle, assottigliamento delle unghie, atrofizzazione delle cuticole, infezioni fungine e batteriche e dermatiti allergiche da contatto: nei gel sono infatti contenuti agenti chimici come i metacrilati e nei processi di rimozione vengono usati solventi potenti come l’acetone. Così, oltretutto, si perdono anche i benefici estetici, con unghie che possono spezzarsi e apparire rigate e deboli».

E non è finita qui. Se si arriva al Pronto soccorso per altri maleaugurati motivi, e occorre monitorare i livelli di ossigeno nel sangue tramite saturimetro (quel dispositivo che tutti abbiamo imparato a conoscere e usare durante il Covid), ecco, questi smalti lo impediscono: faranno quindi perdere tempo prezioso ai medici che li dovranno rimuovere. Non volendo rinunciare ad abbellire le unghie in modo estremo, ci sono in ogni caso precauzioni che servono a limitare i rischi: «Sicuramente» continua Mercuri «sarebbe meglio scegliere centri estetici che utilizzano lampade a Led, meno dannose, piuttosto che a raggi Uva. Purtroppo, essendo le prime anche più costose, non sono molto diffuse. Poi, prima della seduta, è utile applicare su mani e dita una crema solare con massima protezione, ad ampio spettro, e magari indossare guanti con le punte tagliate, per cercare di salvaguardare il più possibile le mani». Bando al risparmio insomma: solo centri che utilizzano Led, evitare estetiste fai-da-te che ricevono in casa in assenza di qualsiasi requisito di sicurezza, e soprattutto cercare di ridurre il più possibile il numero di sedute all’anno. «Tra una manicure e l’altra» conclude Mercuri «sarebbe utile tenere le unghie al naturale e usare il chitosano in smalto. È una sostanza che aderisce alle cheratine di cui sono composte le unghie e crea un film protettivo che garantisce corretta idratazione e le rinforza». Oppure si può scegliere di tenerle corte, naturali, giovani e sane.