Gratteri: “I magistrati sono ai minimi storici di credibilità. Mattarella doveva far dimettere il Csm”
‘Noi magistrati oggi siamo ai minimi storici di credibilità, perché abbiamo fatto degli errori”: parole dure quelle del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nicola Gratteri.
Gratteri sferza i colleghi magistrati
“Io – prosegue Gratteri – avevo detto che il presidente della Repubblica avrebbe dovuto convincere i componenti del Consiglio superiore della magistratura a dimettersi, perché sul caso Palamara bisognava lanciare il messaggio alla gente che si stava voltando pagina, che si faceva un taglio netto. Non è stato fatto, con il risultato che è passato il messaggio che si voleva tutelare una corporazione che non voleva lasciare la poltrona. E questo ci ha resi più deboli, anche perché le correnti all’interno della Magistratura sono ancora tante”.
“Le correnti all’interno della Magistratura ancora tante”
Il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nicola Gratteri ha fatto il punto sullo stato di salute delle toghe nel corso dell’intervista rilasciata Gianluigi Nuzzi all’interno della seconda edizione di Capri D’Autore, la rassegna culturale curata da Valentina Fontana e Gianluigi Nuzzi, e organizzata da Vis Factor, società leader a livello nazionale nel posizionamento strategico.
L’appuntamento, con il patrocinio del ministero della Cultura e del ministero del Turismo, ha visto quindi un dialogo aperto tra Gianluigi Nuzzi e il procuratore di Napoli Nicola Gratteri in libreria con ‘Il grifone. Come la tecnologia sta cambiando il volto della ‘ndrangheta’ e Corrado Formigli, giornalista di La7.
Gratteri: no alla depenalizzazione di marijuana e cannabis, non esistono droghe leggere
E sulla droga, “sono contrario alla depenalizzazione delle droghe e alla legalizzazione delle cosiddette droghe leggere – prosegue Gratteri – Dico ‘cosiddette’ perché non esistono dal punto di vista scientifico: il Thc della marijuana è superiore al 65%. La dipendenza è anche psicologica ed invito gli insegnanti e i dirigenti scolastici a portare i ragazzi nelle comunità terapeutiche per fargli raccontare dai tossicodipendenti come hanno iniziato, perché sono lì e ridotti in quel modo. Poi all’uscita riparliamo di legalizzazione delle droghe”.
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