Materne paritarie, nella Marca calano gli iscritti. In crescita i piccoli nei nidi
Calano gli iscritti alle materne per effetto della denatalità (meno 8,5% rispetto al 2021/2022), mentre aumentano i numeri al nido (più 16,23%) e nelle sezioni primavera (più 85,9%), contando persino 368 bambini in lista d'attesa.
Il riferimento è alle paritarie Fism (Federazione italiana scuole materne cattoliche) della Marca, tanto che la presidentessa trevigiana Simonetta Rubinato invoca «finanziamenti per riadattare le strutture esistenti o realizzarne di nuove, così da soddisfare tutte le richieste nella fascia 0-3 anni. Accogliendo anche i piccoli in lista d'attesa, riusciremmo a compensare del tutto la denatalità, registrando pure un aumento dello 0,47% nelle iscrizioni».
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Sono 15.195 i bambini iscritti nell'anno scolastico 2024/2025, accusando una flessione di 295 unità (meno 1,9%) nel confronto con tre anni fa: nelle scuole dell'infanzia si è scesi da 13.286 baby scolari a 12.153 (meno 1.133); nel nido l'incremento, sempre nel raffronto con il 2021/22, ha portato invece bimbi da 1.515 a 1.761, con 310 in lista d'attesa; nelle sezioni primavera (età 2 anni), si è saliti da 689 a 1.281, riscontrando 58 piccoli "in esubero".
Numeri e riflessioni trovano spazio a margine del convegno annuale della Fism che al Bhr hotel di Quinto ha riunito 800 insegnanti per discutere di formazione e approccio pedagogico.
Ma perché crescono i numeri al nido? «È cambiata la società, le famiglie si muovono e i nonni non sono sempre così vicini», osserva la presidente trevigiana Fism, «C'entrano i bonus nido, ma c'è anche una consapevolezza diversa: il nido non è più considerato un parcheggio, i genitori hanno capito che c'è una valenza educativa».
Il tutto in un quadro generale che vede «le entrate dallo Stato e dalla Regione stabili ma sempre carenti: nel 2023/2024 ci hanno erogato 1.011 euro l'anno a bambino iscritto alle nostre materne, peccato che il suo costo sia di circa 5mila euro nelle paritarie e 8.500 nelle statali», si sfoga Rubinato.
Ritornando ai dati delle iscrizioni, balzano all'occhio anche il calo negli alunni stranieri (meno 18,28% rispetto al 2008/2009), legato anche al costo delle rette, e il parallelo incremento negli scolari disabili: dai 117 del 2008/2009 ai 215 di settembre 2024, totalizzando un più 83,7%. Confermando l'aumento nelle certificazioni Ulss registrato, negli ultimi anni, anche nelle scuole statali.
Quanto alla riduzione degli insegnanti, in 15 anni da 1.007 a 787, influiscono «calo degli alunni delle materne e il trasferimento di alcuni docenti nel pubblico».