Arrestato per circonvenzione d’incapace: è disponibile a restituire i soldi
Loquace e collaborativo. Said Bounafaa ha risposto alle domande del giudice per le indagini preliminari di Pordenone, Rodolfo Piccin.
La Procura friulana lo sta indagando per l’ipotesi di reato di circonvenzione d’incapace da 360 mila e gioielli e il 46enne maghrebino residente a Ponte nelle Alpi non si è avvalso della facoltà di non rispondere, assistito dall’avvocato di fiducia Antonio Prade.
Rimane detenuto a Baldenich, ma entro i prossimi cinque giorni la misura potrebbe anche attenuarsi. La difesa ha chiesto l’obbligo di firma alla più vicina caserma dei carabinieri, in alternativa quello di dimora e bisognerà sentire anche cosa ne pensa il pubblico ministero Marco Faion, titolare dell’inchiesta Cuscus. Come il popolare piatto marocchino.
È indagata in concorso anche la moglie N.L., ma nei confronti della 34enne convivente non sono state decise misure cautelari. Secondo l’accusa, sarebbero state prese di mira quattro persone anziane e particolarmente vulnerabili, due di Pordenone e altrettante bellunesi, con le quali c’era un rapporto di conoscenza di 10 o 20 anni o addirittura risalente al secondo scorso.
Fin dal 1995, il venditore ambulante di abbigliamento avrebbe preso di mira un 63enne affetto da gravi problemi psichiatrici, che gli aveva consegnato il suo intero patrimonio, pari a 130 mila euro, oltre a un certo numero di gioielli di famiglia.
In un altro caso, si sarebbe finto impresario edile e aveva proposto alla vittima lavori di ristrutturazione della casa, facendosi consegnare in più circostanze denaro contante, accompagnandola personalmente agli sportelli postali, per prelevare gli importi. I lavori non erano mai cominciati e l’anziano era stato minacciato di denuncia, se avesse detto qualcosa o, peggio, avesse denunciato quello che era successo.
I due pordenonesi ci hanno perso, rispettivamente 130 mila e 88 mila euro, mentre gli ammanchi dei bellunesi sono di 50 e 96 mila euro. Le indagini della Guardia di finanza di Belluno hanno potuto contare su controlli dei conti correnti, pedinamenti e intercettazioni ambientali e telefoniche.
L’indagato ha respinto le accuse e promesso che restituirà i soldi, se dovesse emergere concretamente qualche attività illecita da parte sua. Ha un paio di precedenti per truffa ai danni di un anziano e tentata introduzione nello Stato di prodotti con segni falsi, ma stavolta sostiene di non c’entrare nulla.