Laver Cup, Godsick: “Il calendario è troppo fitto? Non si deve per forza sempre giocare. E il nostro evento funziona”
Da Berlino, il nostro inviato
La Laver Cup 2024 è ormai pronta a prendere il via. L’aria che si respira a Berlino è quella delle grandi occasioni, con una folta presenza di media e addetti ai lavori, tacendo dei tantissimi appassionati giunti questo venerdì mattina. Un evento che ormai assume anno dopo anno rilevanza e interesse, nonostante la sua giovane storia. Un’idea che ha a stento una decina d’anni, avuta da Roger Federer e dallo storico manager Tony Godsick prima di venire ufficialmente alla luce nel 2017. Con l’aiuto di tanti top player presenti volta per volta, di due volti importanti come Bjorn Borg e John McEnroe, dello spettacolo a cui si può in ogni caso assistere in campo.
Con prospettive ampie già verso il futuro, a partire dall’espansione in Arabia e in Cina, con il chiodo fisso di rendere sempre più la Laver Cup una vera “Ryder Cup del tennis“, percepita allo stesso modo da giocatori e appassionati. “La cosa bella della Laver Cup“, spiega Godsick, “e che solidifica il nostro successo confermando quanto piacciamo alle persone, è che ci arrivano richieste da vari Paesi, in Est Europa, Occidente, Asia, Nord America, quindi impieghiamo tanto del nostro tempo per capire dove andare in futuro“.
In un anno comunque non come gli altri, l’ultimo in cui al comando dei rispettivi team, come capitani, ci saranno Borg e McEnroe. “Abbiamo dei giocatori formidabili“, commenta lo svedese, “e avere protagonisti così è una grande cosa. La Laver Cup è la mia settimana preferita, ho l’occasione di stare con i giocatori, passare del tempo con con John. Mi mancherà un sacco, per quanto entrambi continueremo ovviamente a venire. Sarò triste quando andrò via lunedì, ma se vinceremo sarò un po’ più felice. Essere stato parte di ciò per 7 anni è fantastico“.
Altro importante tema toccato è la possibilità di far nascere una “Laver Cup femminile”. Idea che potrebbe avere i suoi risvolti positivi e ascendere al successo come la sua controporte maschile. Peccato che però la Ryder Cup femminile, l’idea di base che ha fatto nascere l’evento che accompagnerà questo weekend, non esista. “Già esiste la Hopman Cup“, ribatte Godsick, “che attualmente si gioca in estate, prima anticipava l’Australian Open. Il format qui è molto importante, e prima di iniziare abbiamo speso molto tempo per concepirlo nel migliore dei modi. E se aggiungessimo anche le ragazze rischierebbe di diventare una sorta di altra Hopman Cup. Penso che continueremo sul cammino attuale. Io ho iniziato a lavorare nel mondo del tennis 32 anni fa per IMG, con Monica Seles, Lindsay Davenport, Anna Kournikova. E ho sposato una giocatrice, Mary Joe Fernandez, con cui ho due bambini. Sono un uomo della WTA nel mio sangue. Quindi se ci fosse l’opportunità, non penso che la chiameremo Laver Cup femminile“.
Ma prima del futuro c’è il presente, e parla di un 2024 ricco di impegni e avvenimenti, con le Olimpiadi ad aggiungersi al calendario fitto. Si gioca effettivamente troppo? L’ex manager di Roger Federer sembra pensarla diversamente: “Guardiamo alla metrica dell’evento, pensiamo all’Uber Arena. Mi hanno detto che questo sarà l’evento con gli incassi più elevati nella storia della struttura, che esiste dal 2008. E questo la dice lunga sulla Laver Cup. C’è troppo tennis? Potrebbe essere che ci siano troppi eventi, ma questo funziona, e puntualmente abbiamo il sold-out. Ogni giocatore ama giocarci, abbiamo i migliori capitani e i migliori sponsor, ne avremo di nuovi e sempre maggiori. Tutto sta funzionando. Allora c’è troppa Laver Cup? Secondo me non c’è abbastanza Laver Cup“.
“Un’altra cosa sul calendario“, prosegue Godsick, “che direbbe anche Roger Federer: solo perché ci sono tanti eventi in calendario non c’è bisogno di giocarli tutti. Certo, Roger era solito crearsi delle pause. Forse poteva perché andava avanti in molti tornei, ma sei libero di fare quello che vuoi per quanto riguarda la programmazione. Certo, ci sono alcune implicazioni per la classifica e cose del genere, ma non credo che il calendario sia troppo affollato. Ora, l’altra cosa che dirò: questa è la nostra settima edizione, e penso che le altre competizioni a squadre, come la Coppa Davis, abbiano cambiato più volte il loro formato da allora. Questo sta andando sempre più rafforzandosi.
La Coppa Davis è meravigliosa e quindi troverà la sua strada, ma ci sono state anche altre cose introdotte durante il periodo di sette anni, oltre alla United Cup e ad altre competizioni C’è tanto tennis, ma questo è il bello. Penso che ci siano molti eventi meravigliosi nel tennis in questo momento, quindi dovremmo continuare a costruirli per innovare. Perché se rimaniamo allo stesso modo e abbiamo solo quattro tornei del Grande Slam e un sacco di eventi maschili e femminili, alcuni combinati, altri no, non penso che saremo in grado di competere sul mercato se non riusciamo a emergere con alcuni eventi davvero creativi come la Laver Cup“.
Eredità, aspettative, consapevolezza di un evento ormai celebre e atteso da tutti. Questo traspare da dichiarazioni per quanto a tratti audaci sostenute da numeri e basi solide. Ma c’è un dato inconfutabile: il n.1 al mondo Jannik Sinner e il n.4 Novak Djokovic, oltre ad altri due top 10 come Rublev e Hurkacz, sono assenti. Ma a pesare di più sono le mancate presenze dell’azzurro e del serbo, che ovviamente hanno suscitato domande tra il pubblico e anche tra qualche addetto ai lavori.
“Il sistema è che ogni anno i tre migliori giocatori per ranking di ogni team“, spiega il CEO della Laver Cup Steve Zacks, “nel caso del Team World hanno accettato tutti. Dall’altro lato, tutto dipende dalla programmazione individuale e da quali siano le priorità in un determinato periodo. Abbiamo avuto la partecipazione di Novak, mentre per ora ci manca quella di Jannik. Ci stiamo parlando, ci sarebbe piaciuto molto averlo qui con noi. Ma alle volte le programmazioni, gli impegni con gli sponsor, obbligano ad impegnarsi con certi tornei. E anche loro hanno bisogno di una pausa, che alle volte capita nella settimana della Laver Cup e quindi mancano. Ma comunque quest’anno abbiamo 6 top 10, 9 dei primi 20. E prima dei ritiri della scorsa settimana 11 top 20 più uno dei più grandi della storia. Penso sia abbastanza incredibile“. E ora che il dado è effettivamente tratto, a questi tre giorni l’ultimo giudizio.