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Joao Fonseca: “Sinner e Alcaraz sono la mia ispirazione, io arriverò lì”

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I pensieri, i progetti e i sogni del giovanissimo Joao Fonseca, che il pubblico italiano ha conosciuto da vicino nel recente incontro a Bologna con la Nazionale Italiana, vengono raccolti martedì dal quotidiano online “Claytenis”, che affronta appunto l’impatto del ragazzo con il circuito maggiore e gli obbiettivi che Joao vuole raggiungere.

Fonseca vince il suo primo match ATP lo scorso febbraio nel torneo di casa, a Rio de Janeiro, quando, da numero 655 del ranking, supera il top 40 Arthur Fils con un eloquente 6-0 6-4. L’atleta carioca perde nei quarti di finale, ma da allora la sua popolarità, in patria e fuori, ha continuato a crescere. Non è mai semplice gestire le situazioni legate all’essere un personaggio pubblico soprattutto a diciotto anni, e Joao non lo nasconde, ma non sembra turbarsi e anzi, dimostra maturità e pragmatismo.

La gente” – dice Fonseca – “mi ferma per la strada; non mi dà fastidio ma non ci sono abituato. Se questo un giorno accadrà con più frequenza, è chiaro che mi ci dovrò accostumare. C’è molta attenzione su di me, da diversi anni ormai; io cerco di concentrarmi sul gioco e su come migliorarmi, senza pensare alla fama o ai soldi, anche perché con il tennis verranno entrambi”.

Il ragazzo appare nella foto a corredo dell’intervista con il suo orologio Rolex d’ordinanza, azienda in cui è entrato come uomo-immagine da circa un mese. “So di avere gli occhi su di me” – prosegue il ragazzo – “e mi piace che ci sia questo tipo di pressione quando sono in campo: il mio avversario sa che sono giovane ma già temibile, che sono nuovo e gioco bene”.

Da tempo IMG e Team 8 si disputano l’affiliazione di Joao, ma il clan del brasiliano pensa che per questo discorso non ci sia fretta: “abbiamo parlato in famiglia dell’argomento e abbiamo deciso che per ora non c’è bisogno di un agente, va benissimo mio padre; sono decisioni importanti che prenderemo più avanti, quando il mio cammino nel circuito sarà più chiaro”.

Team 8 significa Roger Federer, uno dei fondatori: “è il mio modello da quando ero bambino. Il suo tennis elegante e classico era fantastico; Non l’ho mai incontrato ma mio padre ha parlato con lui, anche perché vesto On, l’azienda che vede proprio Roger tra i proprietari. Quando l’incontrerò ho intenzione di chiedergli molte cose, di come per esempio affrontava i momenti difficili. Gli domanderò cosa fosse il tennis per lui alla mia età: dicono che non si dedicasse tantissimo… Sicuramente potrò imparare parecchie cose con lui”. Cosa ruberebbe Fonseca tra le risorse tennistiche dello Swiss Maestro: “non ho dubbi, il servizio”.

Da ultimo la rivalità più bella di oggi, Sinner e Alcaraz. Fonseca nutre obbiettivi sfidanti in merito. “Li vedo giocare” – racconta – “e mi dico che è lì dove voglio arrivare; voglio vincere le partite importanti, gli Slam. A volte penso che sarà bello entrare tra i primi cento o i primi cinquanta, ma in realtà voglio arrivare in cima. Ora non penso certo a formare i Big Three con loro, ma in effetti è lì dove sono diretto”.