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Сентябрь
2024

Morì a 26 anni schiacciata dal macchinario: inchiesta chiusa, tre indagati

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La procura ha chiuso le indagini sul tragico incidente sul lavoro alla “Bocon” di Pieve di Soligo, nel novembre scorso, costato la vita all’operaia d’origine albanese Anila Grishaj, 26 anni di Miane.

Tre sono gli indagati: l’amministratore della società preposto alla sicurezza, un caporeparto e un operaio.

La tragedia nell’azienda del Quartiere del Piave è avvenuta nel pomeriggio del 15 novembre 2023, poco dopo le 16. È a quell’ora che è partita una chiamata dallo stabilimento, specializzato in surgelati, diretta alla centrale operativa del 118.

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Un allarme disperato perché fin da subito si era capito che per Anila, promossa da un anno a capo linea, oramai non c’era più nulla da fare. Un’ora più tardi, erano arrivati davanti all’azienda di via Montello Pieve di Soligo i genitori ed altri famigliari. Avevano appreso dai social dell’incidente mortale ed avevano intuito dall’età e dalla nazionalità che la vittima potesse essere proprio Anila.

Si erano vissuti momenti carichi di tensione perché i famigliari dell’operaia volevano sapere com’era potuto accadere un incidente simile. Era stato necessario così l’intervento delle forze dell’ordine, per placare gli animi, in particolare quelli di due uomini che volevano a tutti i costi entrare nella fabbrica.

Al dramma dei famigliari, si era poi aggiunto quello del collega che aveva azionato per errore l’imballatrice. Subito dopo essersi accorto del dramma, l’uomo, disperato, continuava a urlare “L’ho uccisa, l’ho uccisa”. Una disperazione inconsolabile.

Ad aiutare la procura della Repubblica nelle indagini è stato un video che riprende gli ultimi drammatici minuti della vita di Anila. Le immagini sono state estrapolate dalle telecamere di sorveglianza interne allo stabilimento, in particolare si vedrebbe inquadrato il grande macchinario, che ha un corridoio che permette l’uscita.

Inizialmente la 26enne viene mostrata intenta ad operare sulla macchina predisposta per realizzare gli imballaggi utilizzati dall’azienda appositamente spenta, poi la donna si sarebbe spostata di qualche metro, per poi ritornare successivamente verso il macchinario e abbassarsi nel punto esatto dove stava lavorando precedentemente ed è in quel momento che il braccio automatico ha colpito la giovane alla base del collo, schiacciandole le vertebre, provocandone la morte immediata.

Ora che hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini, i legali dei tre indagati hanno 20 giorni di tempo per chiedere alla procura di sottoporre gli indagati a interrogatorio o produrre memorie difensive.

Dopodiché il pubblico ministero Massimo De Bortoli deciderà se chiedere il rinvio a giudizio dei tre indagati o di archiviare eventualmente la posizione di tutti o di qualcuno. Cosa, quest’ultima, piuttosto rara.