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Сентябрь
2024

Case di riposo, contratti scaduti: scatta lo sciopero dei dipendenti in Friuli Venezia Giulia 

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Scatta una stagione di presidi e scioperi nelle strutture di assistenza privata. Si parte domani, lunedì 16, con i dipendenti inquadrati Uneba, si prosegue lunedì 23 con quelli dell’Aiop. Un totale di 5 mila persone con contratto scaduto da anni e paghe più basse rispetto ai colleghi del pubblico.

È arrivato ieri (sabato 14 settembre) l’annuncio di Fp Cgil, Cisl Fp, Cisl Fisascat, Uil Fpl e Uiltucs del Friuli Venezia Giulia di adesione alla giornata nazionale di astensione dal lavoro per il rinnovo contrattuale Uneba (rappresentanza di enti non lucrativi di ispirazione cristiana, 3 mila lavoratori coinvolti), con contestuale presidio regionale, domani dalle 10 alle 11.30, sotto la Prefettura di Pordenone, in piazza del Popolo.

Dietro alla protesta, si legge nella nota, «la situazione di forte disagio in cui versano i lavoratori, legata sia alla pesantezza dei carichi lavorativi che alla progressiva perdita del potere di acquisto dei salari. Fattori confermati dalla fuga di dipendenti che sta colpendo il settore, sempre meno attrattivo». Sono 44 i mesi di vacanza contrattuale, quasi quattro anni, e pochi giorni fa è arrivata la rottura nella trattativa.

L’obiettivo dei sindacati «era e resta ottenere un accordo in linea con gli altri contratti siglati nel settore socio sanitario e assistenziale, anche per mitigare l’impatto di un’inflazione a due cifre». Il riferimento è alla recente chiusura del contratto con le cooperative sociali. Uneba, fanno sapere le sigle, «ha invece risposto con un acconto di 50 euro lordi e con il congelamento degli scatti». Una proposta giudicata «lesiva della dignità dei lavoratori».

«Credo che in certi momenti la parte datoriale debba pensare di più a quello che offre – dichiara Nicola Cannarsa, segretario generale regionale Cisl Fp –. Parliamo di lavoratori che operano nel privato, ma che, con accordi con il pubblico, sopperiscono a una carenza. Non si può sempre e solo fare cassa».

«La proposta che ci è stata fatta è irrisoria – aggiunge Romina Dazzara, della segreteria regionale Cisl Fp –. Non possiamo accettare che chi opera per la salute dei cittadini sia diviso tra chi sta in serie A e chi è costretto alla B».

A intervenire è anche Stefano Bressan, segretario regionale Uil Fpl: «Appoggiamo la linea nazionale per dare giustizia a lavoratori che hanno compensi più bassi di colleghi che fanno la stessa attività. Una situazione inaccettabile».

A rispondere, sul nostro territorio, è il presidente Uneba Fvg Matteo Sabini. «Uneba – spiega in premessa – unisce una quarantina di realtà che applicano questo tipo di contratto. Una dozzina, per un totale di 1.200 posti letto, sono strutture per anziani, tra cui Casa Livia Ieralla a Trieste, Fatebenefratelli a Gorizia, la Casa di riposo di San Vito al Tagliamento. Il resto sono onlus, enti religiosi, tra cui le Caritas diocesane di Trieste e Udine, residenze per disabili, come l’istituto dei Padri Trinitari e Medea».

La rottura sul contratto? «Come da comunicato inviato dalla sede nazionale di Uneba, abbiamo dichiarato la disponibilità a ragionare di incrementi economici a partire da 100 euro mensili e non certo corrispondenti a proposte di Uneba definite “vergognose” e ben lontane da quanto prospettato – dice Sabini rilanciando la posizione della parte datoriale –. Purtroppo, da un clima apparentemente collaborativo nell’incontro dello scorso 12 settembre con le sigle a Roma siamo passati a comunicati che, a nostro avviso, non rappresentano correttamente le posizioni proposte da Uneba».