Caso Toti, arriva il patteggiamento: la procura riconosce che non c’è stata corruzione personale
Arriva il patteggiamento sul caso Toti ma non è un’ammissione di colpa corruttiva per l’ormai ex governatore della Liguria. E’ arrivato l’ok della procura della Repubblica alla richiesta avanzata dai legali di Giovanni Toti che sancisce che non c’è stata corruzione per fini personali. Manca solo l’ok del giudice per chiudere definitivamente la vicenda.
Il caso Toti: nessun atto illegittimo da parte della Regione
Nell’accordo raggiunto tra i procuratori e la difesa dell’ex governatore, l’accusa riconosce che Giovanni Toti non ha mai usufruito personalmente delle somme raccolte dal suo comitato politico, utilizzate solo per le attività politiche.
Si riconosce anche che gli atti prodotti dalla Pubblica Amministrazione fossero totalmente legittimi, così come i versamenti sotto forma di contributi all’attività politica. Cadono quindi le accuse di corruzione e le altre ipotesi di reato con l’esclusione della cosiddetta “corruzione impropria”, ovvero per atti legittimi degli uffici.
L’accordo prevede una sanzione di circa 1500 ore di lavori di pubblica utilità e la restituzione da parte del Comitato Toti delle somme direttamente contestate, pari a circa 84mila euro.
Il commento di Toti: “Soddisfazione e amarezza”
“Come tutte le transazioni – il primo commento di Giovanni Toti – suscitano sentimenti opposti: da un lato l’amarezza di non perseguire fino in fondo le nostre ragioni di innocenza, dall’altro il sollievo di vederne riconoscere una buona parte. Resta quel reato ‘di contesto’ definito corruzione impropria, legato non ad atti ma ad atteggiamenti, una accusa difficile da provare per la sua evanescenza, ma altrettanto difficile da smontare per le stesse ragioni”.
La difesa: “Atti legittimi”
“Nell’accordo tra i procuratori e la difesa dell’ex governatore l’accusa riconosce che Toti non ha mai usufruito personalmente delle somme raccolte dal suo comitato politico, utilizzate solo per le attività politiche”. Lo afferma l’avvocato Stefano Savi in una nota in merito al patteggiamento di Toti . “Si riconosce – continua Savi – anche che gli atti prodotti dalla pubblica amministrazione erano totalmente legittimi, così come i versamenti sotto forma di contributi all’attività politica. Cadono quindi le accuse di corruzione e le altre ipotesi di reato con l’esclusione della cosiddetta corruzione impropria.
Patteggia anche Signorini
Anche l’ex ad di Iren, Paolo Emilio Signorini ha deciso per la richiesta di rito alternativo con patteggiamento a due giorni dal termine per l’istanza da parte delle difese. Per Signorini, ex presidente del porto di Genova e unico tra gli indagati finito in carcere lo scorso 7 maggio nell’inchiesta sulla corruzione in Liguria, si è trovato un accordo in seguito a una mediazione per una pena di tre anni e cinque mesi oltre alla confisca di beni per un valore di 100 mila euro. La proposta così concordata dovrà essere vagliata nel merito della congruità e poi avere il via libera da parte del giudice.
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