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Vento e pioggia sulla prima giornata di Friuli Doc

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Qualcuno si è aggrappato all’antico proverbio della tradizione contadina che rimanda all’idea di una “sposa bagnata, sposa fortunata” adattandolo leggermente per l’occasione.

Altri hanno tenuto d’occhio qualsiasi App meteo – con tanto di radar – fino all’ultimo secondo prima dell’inaugurazione.

Sì, perchè la prima giornata di Friuli Doc è stata, purtroppo, rovinata dalle condizioni meteo.

Dopo i 35 gradi e il clima da piena estate dello scorso anno, con migliaia di friulani che hanno scelto di andare al mare, infatti, il battesimo dell’edizione numero 30 della maggiore kermesse enogastronomica del Friuli Venezia Giulia, è andato in onda dopo una giornata di pioggia, a tratti davvero pesante, e a temperature inferiori ai 14 gradi, cioè da pieno autunno. Senza dubbio non il massimo per aggirarsi tra gli stand e le bancarelle.

Un peccato, certamente, con le previsioni che, tuttavia, parlano di un netto miglioramento tra oggi e domenica.

L’inaugurazione

Incrociando le dita e sperando nel sole, in altre parole, ieri in piazza Libertà la scena è andata all’inaugurazione delle kermesse.

Nessuna madrina simbolo, come in passato, con il Comune che ha invitato alcune delle migliori eccellenze del territorio: Giannola Nonino, la neo miss Mondo Italia, Lucrezia Mangilli, le medaglie d’oro a Parigi Mara Navarria e Giulia Rizzi, nonchè la cantante Shari Noioso. Oltre a Massimiliano Fedriga, la Regione è stata rappresentata dall’assessore alle Attività Produttive Sergio Bini che ha affiancato sul palco il sindaco Alberto Felice De Toni e il suo numero due Alessandro Venanzi.

«Voglio ricordare i sindaci Claudio Mussato ed Enzo Barazza capaci di immaginare e inaugurare Friuli Doc» ha detto il vicesindaco dopo l’apertura degli sbandieratori di Palmanova e un doveroso omaggio ai 60 anni della scuola di danza Ceron.

«Quella compattezza dei territori dimostrata dopo il terremoto – ha proseguito Venanzi –, dobbiamo continuare ad averla immaginando un nuovo futuro comune». E se Nonino ha invitato i giovani «ad avere la stessa grinta» di chi li ha preceduti, Bini ha sottolineato la «scenografia molto bella, nonostante la sfortuna del brutto tempo, di una delle poche manifestazioni capaci di compiere 30 anni».

Dopo il racconto di Mangilli sulla sua esperienza a miss Mondo, quindi, la parola è passata a De Toni. «Friuli Doc rappresenta una grande chance di crescita per tutta la regione di ritrovarci. I numerosi sindaci presenti oggi dimostrano la capacità di fare sistema e coesione territoriale – ha sostenuto il sindaco –. Siamo una regione che può competere in Europa con grande forza e che può guardare avanti con fiducia».

Passaggio sul racconto del trionfo alle Olimpiadi di Navarria e Rizzi, prima dell’intervento di Fedriga. «Friuli Doc è sicuramente cultura, tradizione ed enogastronomia – ha sostenuto il governatore scherzando di fronte al freddo che sferzava la loggia del Lionerllo –, ma anche una grande opportunità economica.

La nostra è una terra che offre, e continuerà ad offrire, grandi opportunità come dimostrano gli ultimi dati dell’Istat. Nel corso del secondo trimestre abbiamo raggiunto il più alto numero di occupati della storia della regione e quello più basso, a livelli della Baviera, di disoccupati.

Il tutto, tra l’altro, diminuendo di due punti percentuali, nel giro di appena un anno, il livello di gender gap regionale. Cifre, queste, che dimostrano come siamo una terra di eccellenze, esattamente al pari di Friuli Doc nel proprio campo».

Applausi e chiusura affidata prima al racconto musicale e, quindi, alla performance di Shari e della Brigata della Julia.

I quattro giorni di festa

Ha fatto decisamente le cose in grande il Comune per il trentesimo anniversario di Friuli Doc. E sono i numeri a testimoniarlo: dieci piazze, quasi tutte le vie del centro interessate, oltre 120 stand e 2 mila tra addetti ai lavori e semplici volontari. Ma pure, almeno è questo l’augurio, centinaia di migliaia di visitatori e un indotto economico che si aggira attorno ai 10 milioni di euro.

Tra le novità c’è l’arricchimento dell’offerta gastronomica di piazza Venerio, dove arriva il “sistema San Daniele” con il prosciutto migliore del mondo. Non soltanto crudo e vini bianchi, però, all’ombra dell’ex chiesa di San Francesco.

Dopo una lunga assenza dal panorama della kermesse tornano i pescatori di Marano Lagunare, con i loro prodotti freschi e i fasolari. Nell’area compresa tra vicolo Sillio, via Caiselli e via D’Aronco, poi, spazio a piatti senza glutine e non mancheranno proposte vegane e vegetariane in piazza XX Settembre.

Attenzione, inoltre, alla nuovissima cittadella dello sport in piazza I maggio – con il coinvolgimento delle principali società della città e della provincia –, senza dimenticare una sorta di kindergarten continuo tra via Cavour, piazzetta Belloni e palazzo Morpurgo. A differenza del recente passato, proseguendo, il Comune ha deciso di non organizzare un solo concertone finale, ma di mandare in scena quattro serate di musica e divertimento – tutte in piazza Libertà – per ognuno dei giorni in cui si sviluppa la kermesse.

Gli artisti coinvolti? Johnson Righeira, i Finley, Valerio Lundini e i Vazzanikki per chiudere con Alex Britti.

Intrattenimento e mostre

A fianco alla programmazione dal tradizionale palco di piazza Libertà, palazzo D’Aronco ha optato per la predisposizione di un pacchetto di altre strutture con una programmazione dedicata.

Parliamo di più di 250 tra cantanti, musicisti, deejay e ballerini, per un totale di 65 appuntamenti ad animare le piazze di Udine.

Ai palchi allestiti in Castello, piazza Venerio, largo Ospedale vecchio e piazza XX settembre, si è aggiunta anche piazzetta Marconi.

Quanto alle tipologie di musica prodotta, questa spazierà dai generi emergenti, alle cover band degli anni ’60, ’70 e ’80, coinvolgendo anche una serie di tribute band, gruppi di folk tradizionale, brass band itineranti, nonché, Sdrindule, Quella Mezza Sporca Dozzina e Doro Gjat.

Volendo passare a una sorta di rewind di Friuli Doc, infine, basterà visitare le due mostre realizzate ad hoc. La prima, nell’ex chiesa di San Francesco, pensata per riscoprire come sia cambiata la manifestazione attraverso i disegni che hanno identificato la kermesse.

La seconda, nella Galleria Fotografica Tina Modotti, in cui, attraverso le immagini, consente un vero un tuffo nel passato della più importante rassegna dell’enogastronomia in regione.

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