Perugia, a 13 anni si suicida lanciandosi dal balcone. I genitori le avevano tolto il celluare
Si è suicidata lanciandosi dal balcone di casa: aveva solo 13 anni. Per Laura (nome di fantasia) oggi doveva essere il primo giorno di seconda media ma si è tolta la vita. Era nata nel 2011 ma non aveva ancora compiuto 13 anni. All’origine del gesto, sembrerebbe, una lite con i genitori che le avevano sequestrato il cellulare. La prima impressione è stata che fosse caduta accidentalmente dalla finestra. Ma, dopo i primi interrogatori, gli investigatori propendono per il gesto volontario. Ha scavalcato il parapetto di un terrazzino e si è lasciata cadere.
Perugia, si è suicidata. I genitori le avevano tolto il cellulare
A chiamare i soccorsi sono stati i vicini di casa del quartiere Montegrillo nella zona nord di Perugia. I genitori della ragazzina, sconvolti e in lacrime, sono stati ascoltati dai Carabinieri del capoluogo umbro. Sono stati loro a spiegare che, a scopo educativo, avevano le imposto non usare il cellulare per un breve periodo. C’era stata una discussione normale, come tante. Lei si era chiusa nella sua stanza. Poi la tragedia. La studentessa non ha lasciato messaggi di addio.
Neanche un biglietto di addio. Sgomento e lutto in città
Oggi, il suo quartiere e tutta la città sono a lutto. Il comune di Perugia ha annullato la conferenza stampa sulle scuole, che si sarebbe dovuta tenere in queste ore. La palestra di tennis tavolo che funziona accanto al luogo della tragedia ha sospeso i suoi tornei. “Con profondo dispiacere abbraccio i genitori della ragazza che si è suicidata perché privata del cellulare”. Lo dichiara l’avvocato Iside Castagnola, già membro del Comitato media e minori del ministero delle imprese e del Made in Italy. “Da anni ripeto duranti gli incontri nelle scuole con i genitori che è necessario dare regole precise sin da piccoli, educarli con l’esempio! Altrimenti sviluppano dipendenza (possono arrivare ad aver crisi epilettiche o diventare violenti con i genitori ) perché entrano in astinenza”. “L’educazione è importante – continua – sin dai 3 anni. Assistiamo a bambini che non gustano più il cibo o non guardano più negli occhi i genitori neanche a tavola”. “Empatia, stili di vita e rispetto si imparano dai primi anni di vita – conclude l’avvocato – noi, come istituzioni, continueremo in tutte le scuole a ricordarlo e a sostenere i genitori, gli antidoti più efficaci per riportarli alla vita reale sono lo sport, l’ascolto, il dialogo e quindi la presenza”.
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