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Neve non solo in Marmolada: imbiancati anche paesi e strade

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Ritorna la neve. «Più di 20 centimetri», conferma Carlo Budel, dai 3343 metri di Punta Penia, sulla Marmolada. «Intorno ai 13», informa Venturino De Bona dai circa 3 mila metri del rifugio Torrani sul Civetta. «Siamo a 8 centimetri e sta fioccando ancora», ci riferisce Alessandro dai 2250 metri del Rifugio Tissi, ai piedi della parete Nord del Civetta.

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E alle quote più basse? «Quassù siamo a 1950 metri», ci dicono dal Rifugio Berti, davanti al Popera, «e al momento c’è solo un velo bianco, di 2 centimetri». Velo che avvolge anche quote ancora più basse, sotto i 1550 metri. Se Misurina è imbiancata, lo è pure Arabba. E ieri nel primo pomeriggio la neve cominciava ad attaccare sulla strada a poca distanza dal passo Falzarego. L’Arpav prevedeva apporti da 10 a 30 centimetri oltre i 2 mila metri, con il fenomeno in esaurimento nella prima parte di venerdi.

«La novità dell’estate», sospira Mario Fiorentini, gestore del rifugio Città di Fiume che il 21 settembre festeggerà i primi 61 anni, «è che fino ad oggi non avevamo ancora visto un fiocco di neve. Nessuna sorpresa, dunque, per l’arrivo di questi giorni. È vero, invece, che il forte e inatteso calo delle temperature ha colto nell’impreparazione tanti appassionati di trekking che, per esempio, avevano affrontato le Alte Vie con lo zaino leggero. E che in queste ore soffrono il freddo in quota».

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Ecco dunque che nei rifugi dei lunghi percorsi alpini fioccano disdette o cambi di programma. Al lavoro, come ci è stato testimoniato, i gestori di navette e i tassisti, per improvvise trasferte da un incrocio all’altro dei sentieri di fondovalle. «In effetti», conferma Alessandro dal Rifugio Tissi, «abbiamo degli ospiti che ieri si sono fermati proprio a causa della neve; non se la sentivano di fare il trasferimento programmato».

I rifugi alpini hanno in programma la chiusura della stagione chi il 22 settembre chi il 29. Se non oltre, come il Città di Fiume. «Se il tempo tiene, scenderò solo a fine mese», assicura dai rifugio Cai più alto delle Dolomiti, il Torrani, De Bona. «Oggi, con la neve non è salito nessuno, sarebbe anche pericoloso. Lo spettacolo è unico. Le prossime settimane dovrebbero essere di bel tempo e settembre è un bel mese per arrampicare».

Proviamo a chiedere a Carlo Budel, appollaiato nella Capanna di Punta Penia, se sotto la nevicata qualcuno si è azzardato ad affrontare il ghiacciaio. «Solo un pazzo, lo farebbe. Ma non tanto per la neve», ci dice, «bensì per le raffiche di vento che sono insopportabili. E pericolosissime». Budel si è svegliato dando una “benedizione laica” al panorama che scrutava dall’ingresso del rifugio. «Ho ringraziato il cielo per questo provvidenziale contributo alla protezione del ghiacciaio. Gli oltre 20 cm di neve, che spero arrivino a 30, garantiranno una copertura alla placca glaciale che impedirà un’ulteriore fusione rispetto a quella verificatasi in agosto», sospira di sollievo. «Non dico che farà massa, ma almeno risulterà di protezione»”. A meno che il vento non faccia volare gran parte della coltre.

Oggi e domani «venti forti da nord in quota, con raffiche in qualche valle e localmente sulla pedemontana», prevede infatti l’Arpav. E domenica? «Le forti correnti da nord fino risulteranno in graduale attenuazione a partire da domenica assieme ad un aumento delle temperature che tenderanno a riportarsi su valori attorno o poco sotto alla media del periodo», anticipa ancora l’Arpav. —

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