Strage di Brandizzo, la Commissione d’inchiesta avanza 14 proposte per aumentare sicurezza: “C’erano strumenti per salvare la vita agli operai”
Alcune soluzioni che “avrebbero potuto salvare la vita ai lavoratori sono già utilizzate nel nostro Paese”. A un anno dalla strage di Brandizzo, l’incidente sui binari vicino a Torino che costò la vita a 5 operai manutentori travolti da un treno che viaggiava a 160 km/h, la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia ha presentato una relazione – approvata all’unanimità – su quanto avvenuto il 30 agosto 2023 e avanzato 14 proposte per aumentare la sicurezza dei lavoratori lungo la linea ferroviaria. “In merito alle cause le indagini sono ancora in corso. Alcune certezze, però, le abbiamo. Ad esempio, siamo certi che quelle persone, in quel momento, non dovevano stare sui binari. Non si può morire così”, ha detto la presidente Chiara Gribaudo rimarcando che “alcune delle soluzioni che avrebbero potuto salvare la vita ai lavoratori sono già utilizzate nel nostro Paese non solo in altri settori industriali, ma addirittura, e penso alla rilevazione di ostacoli, di serie nelle automobili”.
Nella relazione sono presenti 14 proposte per migliorare le condizioni di chi lavora nelle ferrovie e mitigarne i rischi. Nelle situazioni ad alto rischio, si dovrebbero adottare strumenti tecnologici per intervenire come ulteriori protezioni in caso di mancato rispetto di norme specifiche, quindi strumenti di formazione e informazione, come realtà virtuale e realtà aumentata, prevedendo, nel rispetto dei vincoli di Bilancio, anche dei finanziamenti come successo per Industria 4.0. La Commissione d’inchiesta ha anche richiesto di valutare periodicamente le competenze delle persone per intercettare eventuali deviazioni tramite verifiche sul campo. Importante anche la formazione come un momento che permette ai lavoratori di effettuare una valutazione del rischio, e l’adozione di processi di verifica dei processi sul campo attraverso audit strutturati e gestione efficace delle non conformità emerse.
Un intero capitolo della relazione è incentrata sull’attenzione alla catena dei subappalti che non possono “essere un mezzo per la riduzione dei costi, né tantomeno dei diritti”. Tra le criticità individuate, la “mancanza di trasparenza nella selezione” delle aziende, la “gestione dei tempi” che è ritenuta “fondamentale” per “evitare rallentamenti e ridurre i rischi”, impliciti in caso di lavori condotti frettolosamente “per evitare eventuali penali”. Inoltre, scrive la Commissione, “la trasparenza, la selezione rigorosa dei subappaltatori e una gestione adeguata dei vari processi, rappresentano la base per una corretta e sicura conduzione degli appalti”. Nel caso specifico di Brandizzo – annotano i deputati – si segnala “un’assenza di coordinamento da parte della ditta affidataria che, a fronte di un rapporto consolidato tra Rfi e Sigifer, non veniva più coinvolta nelle comunicazioni, denotando scarsa attenzione del sistema intero ai processi di appalto e subappalto”.
La deputata dem e presidente della Commissione ha invitato alla prudenza nel parlare di “errore umano”, poiché “spesso dietro questa arida definizione vi è alla base una organizzazione del lavoro che mette la lavoratrice o il lavoratore nella condizione di commetterlo, questo errore, a partire da quella che nella relazione viene chiamata cultura della sicurezza”. Viene inoltre richiesta una “implementazione tecnologica” utilizzando “tecnologie avanzate” come “sistemi di avviso automatico, sensori di sicurezza e monitoraggio da remoto”, si legge nella relazione che chiede anche la “creazione di incentivi” per chi rispetta le regole e, allo stesso tempo, “l’applicazione di sanzioni efficaci”.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato un messaggio parlando delle morti e degli incidenti sul lavoro come di “una intollerabile offesa per la coscienza collettiva”. La sicurezza nel lavoro – ha rimarcato il capo dello Stato – è “condizione necessaria” per “rendere effettivo il diritto fondamentale e inalienabile alla salute che non può trovare limiti nella mancanza o nella inadeguatezza di misure idonee a rendere il lavoro e i luoghi ove si svolge sani e privi di pericoli. Non sarà mai sufficiente l’impegno a questo scopo delle istituzioni e delle parti sociali”.
Alla presentazione hanno partecipato anche i parenti delle vittime: “Siamo qui per gridare giustizia. Ce li hanno ammazzati”, ha detto Oto Aversa, fratello di Giuseppe, una delle cinque vittime nell’incidente ferroviario. “È ora di dire basta ad appalti e subappalti perché sono la condanna a di tanti lavoratori – ha aggiunto – Chiediamo che il governo intervenga il più tempestivamente possibile a cambiare le leggi e attuare quelle esistenti e monitorare con disciplina e autorevolezza che ciò che è accaduto a mio fratello e i suoi colleghi non si verifichi più”.
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