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Luigi Apolloni commenta il prossimo match dei bianconeri: «Udinese, vietato lasciare ripartenze al Parma»

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Se si potessero cancellare le battute finali del match col Napoli, in cui ha incassato due gol in inferiorità numerica, il Parma sarebbe in testa alla classifica di serie A con Inter, Juventus, Torino e Udinese.

Un segnale delle potenzialità degli emiliani, che possono mettere in crisi i bianconeri se non si adottano le giuste precauzioni.

«Servirà prestare grande attenzione alle marcature preventive: se si permette ai gialloblù di ripartire, questi possono essere molto pericolosi, perché hanno giocatori molto forti nell’uno contro l’uno», è l’avvertimento che lancia una leggenda dei gialloblù, Luigi Apolloni, ex difensore e allenatore del club.

Mister, prima di addentrarsi nel presente, un salto nel passato. Il suo ultimo gol in carriera da calciatore lo segnò all’Udinese il 15 aprile 2000.

«Vestivo la maglia del Verona. Me lo ricordo bene. Perdevamo 2-0 al Bentegodi (doppietta di Fiore, ndr), quando ricevetti una palla da Brocchi e di sinistro misi la palla a fil di palo. Fu un bel gol, grazie a cui avviamo la rimonta (l’Hellas pareggiò poi 2-2, ndr)».

Quei gialloblù, neopromossi, partirono a fari spenti al contrario di un’altra matricola, quel Parma che i friulani affrontano lunedì al Tardini.

«La squadra di Pecchia ha meccanismi rodati, consolidati grazie a una certa programmazione. Si è puntato su giocatori giovani di talento, che sono cresciuti col tempo grazie alle idee dell’allenatore. Tra i cadetti sono arrivati i risultati e l’ambientamento in A è stato di conseguenza più facile. Il contesto attorno al club è stato bravo ad aver pazienza, per quanto Parma sia una piazza dove ti danno il tempo di lavorare».

Ci sono voluti tre anni per tornare nella massima serie. Allora si iniziò a costruire il gruppo capace di iniziare la stagione col piede giusto: arrivarono Man, Bonny, Bernabè, Delprato…

«Brava la società a puntare su di loro. Bernabè fu una scoperta del mister di allora, Maresca, ma voglio citare anche altri ragazzi come Circati, difensore classe 2003, che gioca con serenità e concentrazione. È bravo a leggere tante situazioni, è forte di testa. Ci sono tanti ragazzi nel Parma in grado di poter avere una carriera in futuro di alto livello. Vedo analogie con la “mia” vecchia squadra: tanti di noi, allora, alla fine degli anni ’80, arrivarono giovani in serie B e crebbero passo dopo passo».

Man e Mihajla, ali del 4-2-3-1 di Pecchia, hanno fatto bene anche nelle ultime due partite con la nazionale romena, segnando un gol a testa.

«Gli esterni hanno grande qualità e se permetti loro di giocare, possono essere micidiali. Il Parma sa essere “corto” e sfruttare bene gli spazi attraverso le ripartenze. È accaduto per esempio nell’incontro con il Milan. Per questo motivo l’Udinese non deve concedere loro campo, prestando grande attenzione alle marcature preventive. In questo bisogna essere “attivi”. Prevedo una partita molto combattuta dal punto di vista tattico, in cui si imporrà chi vincerà il maggior numero di duelli individuali».

Le piace il nuovo volto dell’Udinese? Col Parma, numeri alla mano, è una delle sorprese di questo inizio di campionato.

«Trovo sia una formazione solida, che ha inserito idee nuove. Penso che con Runjaic il club abbia trovato la persona giusta, considerato anche il percorso fatto dal mister all’estero. Un aspetto che può dare molto in questa avventura».