ru24.pro
World News
Сентябрь
2024

Trieste, l’appello di sindacati e politica «No alla chiusura delle poste»

0

Il provvedimento di riduzione degli sportelli postali a Trieste sta sollevando non poche reazioni, tanto dei cittadini quanto della politica e dei rappresentanti dei lavoratori impegnati in quei servizi. «La cancellazione definitiva del turno pomeridiano nell’ufficio postale di Muggia, la situazione non chiara di quello di Villa Opicina e la chiusura di quelli di via Combi e di via dei Carmelitani ‒ riscontrano Cgil Slc e Uilposte ‒ in una provincia già colpita dalla carenza di personale, comporterà disagi alla cittadinanza, soprattutto quella più fragile».

Cristina Davanzo della segreteria provinciale Cgil Slc-Area servizi postali prevede che questa «dinamica provocherà un acuirsi del diradamento dei servizi nella fascia a ferro di cavallo che va da Duino-Aurisina, passando per l’altipiano, fino a Muggia». Una condizione che, secondo Davanzo, spingerà chi si può recare in posta solo al pomeriggio a «doversi spingere fino in centro città o nell’ufficio più vicino della provincia di Gorizia».

Trieste è tra i capoluoghi del Nordest «con il maggior numero di abitanti per ufficio postale ‒ così il segretario provinciale di Uilposte Michele Rossi ‒ con tempi d’attesa tra i peggiori. Appare quindi strana la decisione di chiudere ulteriori uffici, appesantendo ulteriormente in questo caso quelli delle vie d’Alviano, Giulio Cesare e dei Moreri». Il consigliere della Lega Giampiero Dell’Agata rileva come «gli uffici postali di via Combi e via dei Carmelitani offrono un servizio importantissimo, ed è necessario conoscere le ragioni di questa decisione di Poste Italiane che, inevitabilmente, si ripercuote in maniera negativa sugli abitanti di San Vito e Gretta». Dell’Agata ricorda anche che «gli sportelli di via Caboto da un anno risultano temporaneamente chiusi: mi auguro non sia il preludio a un’altra chiusura definitiva». Intanto martedì sera, nel corso della seduta della quarta Circoscrizione, è stata approvata all’unanimità la mozione proposta dal consigliere Alberto Fileti e presentata dal gruppo consiliare del Pd e della Lista Russo-Punto Franco, che chiede «a Poste Italiane di recedere dai suoi insani propositi di chiusura dell’ufficio di via Combi, avviando i lavori di restauro e garantendo un servizio pubblico fondamentale per la cittadinanza».