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Сентябрь
2024

Allarme pertosse a Padova, Baraldi: «Neonati a rischio, mamme vaccinatevi»

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Le avvisaglie autunnali suonano la sveglia e i primi a rispondere sono i virus respiratori. La prevenzione non può quindi che stare al passo e, anzi, accelerare. Due le minacce che incombono, soprattutto sui neonati: pertosse e virus sinciziale.

Il primo virus era praticamente sparito ma dall’anno scorso, a causa del drastico calo delle vaccinazioni, non solo è ricomparso ma ha dato vita a una vera e propria epidemia.

Venti neonati ricoverati in Terapia intensiva neonatale dell’Azienda Ospedale-Università di Padova nei primi cinque mesi dell’anno e da gennaio ben 740 tamponi positivi.

E lo scenario non è migliore per il virus sinciziale: i ricoveri l’anno scorso hanno riempito la pediatria di Padova e anche in questo caso a finire in ospedale sono bimbi di pochi mesi.

A sollecitare l’arma della prevenzione è il professor Eugenio Baraldi, direttore dell’Unità di Terapia intensiva neonatale e del Dipartimento universitario Salute della donna e del bambino.

Pertosse

«I dati confermano che l’epidemia di pertosse è ancora in corso» esordisce il professor Baraldi, «e si parla a livello nazionale di un numero di casi almeno dieci volte superiore a quello registrato nella stagione 2022-2023. Sono numeri molto alti, anche se ovviamente in estate si registra una flessione: con le scuole chiuse e meno occasioni di assembramenti in luoghi chiusi il contagio si riduce».

L’estate, però, sembra ai titoli di coda e si guarda già alle minacce che porta l’autunno: «La nostra Microbiologia padovana da inizio anno ha refertato 740 tamponi positivi alla pertosse» sottolinea Baraldi, «è un dato altissimo. Certo, non si tratta solo di neonati - ci sono anche bambini in età scolare così come anziani, specie se già sofferenti di malattie respiratorie, come asma o bronchite - , ma è di questi ultimi che ci dobbiamo preoccupare. Da malattia praticamente scomparsa è tornata a riempire i reparti: è drammatico pensare che in Italia ci sono stati 4 decessi di neonati quest’anno. La sintomatologia nei bimbi di pochi mesi è molto pesante e per questo finiscono anche in Terapia intensiva».

La difesa esiste ed è il vaccino: «Quello su cui dobbiamo sensibilizzare è il vaccino che devono fare le donne dalla ventottesima settimana di gravidanza: gli anticorpi saranno trasmessi al nascituro attraverso la placenta e quando nascerà sarà protetto. Poi il neonato farà la profilassi normale che inizia però con la prima dose di vaccino a tre mesi, poi a cinque e quindi a 11. Ma è nei primi tre mesi di vita che va protetto».

Virus sinciziale

Il virus sinciziale causa nei bambini la bronchiolite e ogni anno, tra novembre e marzo, si registra una epidemia di casi.

«In quei mesi i servizi sanitari pediatrici vengono messi in grande difficoltà» ammette Baraldi, «l’anno scorso la Terapia intensiva era piena. Il problema è che non ci sono terapie mirate, l’unica cosa è la somministrazione di ossigeno che richiede quindi il ricovero».

Quest’anno c’è però una grande novità: «Una svolta epocale» la definisce il professore che a questo virus ha dedicato molto della sua ricerca, «perché abbiamo a disposizione un anticorpo monoclonale che viene somministrato con una singola iniezione a inizio novembre e copre per tutta la stagione. L’anticorpo monoclonale» spiega Baraldi, «di fatto impedisce al virus l’ingresso nelle cellule. La Regione è stata molto lungimirante e ha previsto un percorso di prevenzione preciso: l’anticorpo monoclonale sarà a disposizione da ottobre per tutti i bambini che nascono e verrà proposto direttamente in ospedale per somministrarlo ai neonati. Per i bimbi nati da gennaio, invece, saranno i pediatri di famiglia a contattare i genitori. Questo anticorpo monoclonale che in Francia e Spagna è stato utilizzato già dall’anno scorso, ha permesso di ridurre dell’80% i ricoveri. La prevenzione è fondamentale per un virus che nel mondo uccide ogni anno 100 mila bimbi sotto i 5 anni».