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Privato, spaziale, ma pur sempre un grande lavoro

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La missione Polaris Dawn della navetta Crew Dragon Resilience non era iniziata nel migliore dei modi. Eppure, nessuno si era scandalizzato come invece è accaduto per i guai alla Starliner di Boeing, quando fu annunciato che il lancio sarebbe stato rimandato a causa di una perdita di elio negli impianti del razzo. Il via alla missione sarebbe dovuto avvenire il 26 agosto, ma SpaceX ha rinunciato per eseguire altri controlli, dimostrando che l’astronautica è una scienza nella quale, almeno fino a oggi, non esiste routine. C’è stato anche un tentativo di lancio il 27 agosto, anch’esso annullato dopo che la squadra della missione aveva rilevato ancora elio in uscita del Falcon 9, quindi il “Go-volo” è stato ritardato più volte a causa del maltempo, fino a ieri, 10 settembre, alle 11:23 ora italiana. Due minuti e 40 secondi dopo il lancio, i motori principali del Falcon 9 si sono spenti e il booster (l’elemento inferiore), si è separato dal secondo stadio come previsto, ha eseguito una serie di accensioni per allineare la sua traiettoria di ritorno con quella della piattaforma-drone dal nome simpatico Just Read the Instructions, letteralmente: “Leggi soltanto le istruzioni”, che era di stanza nell'Oceano Atlantico. E meno di dieci minuti dopo il decollo il razzo è atterrato sulla chiatta al largo della costa orientale della Florida. Tre minuti dopo la navicella spaziale Crew Dragon di Polaris Dawn si è separata dallo stadio superiore del Falcon 9, arrivata nello spazio. Intanto sul canale radio delle comunicazioni spazo-Terra-spazio è stata pronunciata questa frase: “Non saremmo in questo viaggio senza tutti voi 14.000 a casa e tutti gli altri che ci applaudivano”, ha detto l'imprenditore miliardario Jared Isaacman, che comanda e finanzia la missione Polaris Dawn rivolgendosi al controllo missione SpaceX poco dopo che Crew Dragon è stata dispiegata in orbita, concludendo: “Lo apprezziamo, ci metteremo subito al lavoro”. La capsula si è stabilizzata in un'orbita ellittica iniziale con un'altitudine massima (apogeo) di circa 1.200 chilometri e con un'altitudine minima (perigeo) di circa 190 km. Dopo alcune orbite, la Crew Dragon porterà il suo apogeo a 1.400 km, più in alto di quanto qualsiasi essere umano abbia mai volato dall'ultima missione Apollo, nel 1972.

Isaacman non è nuovo a queste imprese: è già stato nello spazio una volta e ha finanziato e comandato la missione Inspiration4 di SpaceX nel settembre 2021, raccogliendo 250 milioni di dollari per lo St. Jude Children's Research Hospital di Memphis, nello stato del Tennessee. In volo il magnate è affiancato dai primi due dipendenti di SpaceX a essere lanciati in orbita, gli specialisti di missione Sarah Gillis e Anna Menon, nonché dal tenente colonnello in pensione dell'aeronautica militare statunitense Scott "Kidd" Poteet, che è il pilota della missione. I quattro trascorreranno i prossimi quattro giorni nello spazio completando alcune decine di esperimenti.

Intanto, oggi 11 settembre, secondo giorno della missione, Crew Dragon abbasserà il suo apogeo a 700 km dove rimarrà fino al ritorno sulla Terra, quando usando i motori ralenterà la sua velocità per innescare la procedura di de-obiting. A questa altitudine, l'equipaggio condurrà la prima passeggiata spaziale commerciale della storia (Commercial-Eva), che avrà luogo domani. Uno degli obiettivi principali dell'operazione è collaudare la nuova tuta spaziale Eva di SpaceX, che è visivamente simile alla familiare tuta per attività intraveicolare che viene indossata solo all'interno della navicella spaziale. La navicella Crew Dragon non ha una camera di compensazione, quindi, l'intero interno della capsula sarà esposto al vuoto dello spazio durante l'Eva. Per questo motivo tutti e quattro i membri dell'equipaggio della Polaris Dawn indosseranno le tute durante la passeggiata spaziale, anche se solo Isaacman e Gillis si avventureranno fuori dalla navicella. I due si alterneranno nell'uscita per collaudare la funzionalità e la manovrabilità delle loro tute per circa due ore dall'inizio della depressurizzazione della Crew Dragon, fino alla chiusura del portello e alla ri-pressurizzazione della cabina. L'equipaggio si preparerà per la storica passeggiata spaziale con un esercizio di “pre-respirazione” di due giorni, inalando speciali miscele di gas per rimuovere l'azoto dal flusso sanguigno e quindi ridurre il rischio di malesseri dovuti alla decompressione. Il quarto giorno della missione sarà invece meno avventuroso ma ancora impegnativo: i quattro dovranno svolgere una dimostrazione delle capacità della costellazione Starlink inviando sulla Terra un messaggio a sorpresa. Infine, il quinto giorno di Polaris Dawn sarà dedicato alla preparazione del viaggio di rientro, a condizione che gli obiettivi della missione siano stati raggiunti, altrimenti i quattro potranno rimanere ancora in orbita per un tempo comunque limitato. Se tutto filerà liscio, la Crew Dragon Resilience ammarerà sei giorni dopo il decollo, eseguendo una serie finale di accensioni dei motori di deorbita per impostare una traiettoria di ritorno, finendo per ammarare frenata da paracadute nell'oceano Atlantico al largo della costa della Florida, dove una nave di recupero sarà pronta a recuperarli.


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