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A Gradisca si chiude l’era del Fornaccio: «Grazie a tutti»

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GRADISCA Per assaporare la fragranza del suo pane e le seduzioni del reparto pasticceria rimangono ancora due giorni. Poi, giovedì sera, dopo un lungo brindisi di commiato da clienti, amici e fornitori che durerà per tutta la giornata, la lunga avventura del Fornaccio di piazza Unità, a Gradisca, sarà terminata. È il tempo della meritata pensione non soltanto per il fondatore Giorgio Pitteri, che in quiescenza si trova già da qualche tempo; ma anche per la moglie Annalisa Chiandit, che l’ha accompagnato sin dal debutto nel lontano 1978.

Il locale non rimarrà vuoto e anzi continuerà a servire pane e leccornie. Le trattative con un imprenditore isontino dello stesso settore sono in fase avanzata ed è legittimo pensare che dopo un breve pit-stop, una decina di giorni, le serrande si rialzeranno come punto vendita di prodotti di panificazione e pasticceria. Intanto è tempo di festeggiare il traguardo di Giorgo e Annalisa, che ieri assieme ai dipendenti Alessandro Ulcigrai (panificatore), Natalie Sartori e Marina Boccalon hanno ricevuto il riconoscente saluto della comunità, rappresentato dal sindaco Alessandro Pagotto e dall’assessore al Commercio Paola Coccolo; che li hanno omaggiati, fra l’altro, di una bella cartolina d’epoca.

Giorgio, fisico minuto ma tempra da grintoso lavoratore, e Annalisa, sorriso discreto e cortese, dicono basta anche perché un ricambio generazionale sarebbe impossibile: i figli hanno preso altre strade. «Ma hanno provato cosa significa lavorare qui – racconta Giorgio, originario di Tapogliano e con un passato da consigliere comunale in città -. La sveglia alle 2 di notte, i sacrifici. Del resto anche mio padre, agricoltore, lasciò che prendessi la mia strada».

Dopo le esperienze da garzone da Pinat a Cervignano e Battistutta ad Ajello, maestri fornai, e l’esperienza alla pasticceria Osso, l’occasione di mettersi in proprio arriva nel 1977 subentrando gradualmente (non appena maggiorenne) al panificio Delfabro. Nel 1982 l’acquisizione vera e propria, nel 1994 l’ampliamento agli spazi attuali. Anni di sudore e investimenti, con l’allargamento al punto vendita in via Ciotti - Pitteri avvertì sui rischi della pedonalizzazione – ed uno per 13 anni all’ex Masau (poi Paussa) a Sagrado. Cortesia, qualità e affabilità. «Mi piace badare al sodo. Ho sempre pensato che un prodotto dovesse essere buono, prima ancora che bello. E sarebbe nulla se non servito col sorriso. Credo ci siamo riusciti. È stato un onore entrare nelle famiglie di tutti: ringrazio i dipendenti succedutisi negli anni ed i tanti amici per l’affetto. Alcuni ci hanno commosso. Ora faremo i nonni e tante passeggiate in montagna». —

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