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I motivi dei tre ergastoli per l’omicidio Hasnoui: «Fu torturato senza pietà»

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MORTARA. «Indifferenza totale di fronte alle suppliche rivolte per oltre due ore da Anis Hasnoui», l’uomo che stavano uccidendo in tre praticandogli anche torture «e mostrando assoluta insensibilità e senso di umanità». Sono questi alcuni dei passaggi fondamentali delle motivazioni alla condanna a tre ergastoli per l’omicidio volontario aggravato di Anis Hasnaoui, 31enne tunisino che viveva da alcuni anni a Mortara, ucciso nella notte del 22 novembre 2022 dopo che i tre gli avevano chiesto la restituzione di una piccola quantità di droga «dal modesto valore economico che secondo gli imputati era stata sottratta dalla vittima». Anis era morto dopo due giorni d’agonia al San Matteo.

«Crudeltà senza motivo»

Una sentenza d’ ergastolo pronunciata a maggio dalla corte d’assise presieduta dalla magistrata Elena Stoppini per Azzedine Ben Touda, 31 anni, difeso dall’avvocato Massimo D’Alessio; Ayoub Guazzari, 28 anni, rappresentato dall’avvocato Paolo Carrino e Mohcine Hadi, 38 anni, difeso dall’avvocato Alessandra Bigliani. Tutti e tre sono cittadini marocchini che vivono nella zona di Mortara e, secondo gli inquirenti, erano attivi nello spaccio della droga. Un quadro già emerso dalla requisitoria della pm titolare del caso, Valentina De Stefano. E confermato ora nelle motivazioni della durissima sentenza. Un omicidio commesso «con estrema efferatezza» e con «crudeltà che ha contraddistinto l’agire dei tre imputati mossi da futili motivi» scrive ancora nelle motivazioni la presidente della corte d’assise, la giudice Elena Stoppini. «Un crimine di eccezionale gravità, sia per il movente, sia per la crudeltà mostrata nei confronti della vittima», scrive ancora la giudice Stoppini nelle motivazioni della sentenza, che ora potrebbe essere appellata dai difensori dei tre condannati all’ergastolo.

La vicenda

Una vicenda che era iniziata, come ha ricostruito la pm Valentina De Stefano, in via Fontanile una traversa vicino allo stadio di Mortara la sera del 22 novembre 2022. I tre marocchini, ora condannati, e il tunisino Anis erano ospiti quella sera di una coppia di italiani. Una sera in cui nella casa circolavano birre e droga. Il litigio sarebbe scoppiato intorno alle 3 di notte. I due italiani, proprietari di casa, erano già a letto, hanno riferito però di aver sentito del trambusto e di aver intravisto che Anis veniva trascinato fuori di casa dai tre marocchini in maniera violenta: è la prima parte dell’aggressione secondo la pm. A quel punto, in via Fontanile, avviene il pestaggio: 17 minuti di violenza, soprattutto calci contro la vittima colpendolo vicino al volto e allo sterno, ma anche con le coltellate seppur non profonde. Poi i tre marocchini spariscono insieme alla vittima, che viene caricata su un’utilitaria Hyundai.

Spariscono per una quarantina di minuti, secondo quanto poi ricostruito dai carabinieri, portano il 31enne in aperta campagna vicino ad un corso d’acqua. Lo gettano nell’acqua, colpendolo con delle pietrate. Poco dopo le 5 tornano in città, lo scaricano in via Beldiporto. E qui uno dei tre chiama i soccorsi. Il 31enne viene portato in condizioni gravissime al San Matteo di Pavia, dove morirà due giorni dopo. Intanto i carabinieri indagano, dopo pochi giorni risalgono ai tre aggressori e li arrestano. Dettagli captati anche con delle intercettazioni ambientali tra gli indagati, durante l’attesa degli interrogatori. I tre sono in carcere da fine novembre 2022, dovranno restarci tutta la vita. —