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Coppa Davis a Bologna anno terzo

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La città si sta preparando all’esordio degli azzurri e all’arrivo (forse) di Sinner

Siamo dunque arrivati al terzo dei cinque anni di contratto che legano il percorso della Coppa Davis alla città emiliana. Tre anni e non li dimostra, né in positivo né in negativo, in quanto l’organizzazione era stata inappuntabile fin dal suo esordio, forse un po’ troppo militarizzata per i nostri gusti, ma bisogna anche accettare che non siamo a un Challenger. Per cui ci sta che se cerchi di fare un’intervista al volo a un giocatore, stai certo che tempo trenta secondi ti si materializzerà un addetto che, sempre educatamente, minaccerà di ridurre in polvere il tuo telefono. Non sappiamo se quest’anno le cose siano cambiate perché in realtà non abbiamo ancora cercato di commettere infrazioni di sorta. Vi terremo comunque aggiornati.

In pensione i giudici di linea

La cosa che sicuramente è cambiata è che hanno eliminato i giudici di linea, sostituiti dal sistema elettronico, molto funzionale anche se un po’ asettico.

I tifosi musicanti e la musica da discoteca

Tutt’altro che asettici invece i tifosi belgi che, pur poco numerosi, sono in compenso rumorosissimi e hanno organizzato una band munita di percussioni, trombette e maracas. Per carità nulla in confronto ai croati che imperversarono nel 2022 improvvisando un piccolo concerto ad ogni punto vinto. Tanto che il pubblico neutrale si era spontaneamente coalizzato neltifare contro, per pura autodifesa. Nessuno poi si stracciò le vesti quando si venne a sapere che i tifosi/musicanti erano stati derubati degli strumenti in hotel. Non si è mai saputo se per vendetta o che altro. A proposito di rumori vari, è rimasta la musica da discoteca che parte ad ogni momento di pausa e trapassa le pareti, rendendo inutile ogni tentativo di conversazione in sala stampa. Comprese ovviamente le dichiarazioni degli atleti che, più che altro, si intuiscono.

I prezzi dei biglietti

Ah, una cosa è sicuramente cambiata: i prezzi dei biglietti. Per assistere ad una partita dell’Italia devi sganciare, per il posto più popolare, un centinaio di euro, più o meno il 25% in più rispetto allo scorso anno.

I giornalisti in piccionaia

Relativamente a noi giornalisti qualcosa è cambiato e qualcos’altro no. Nel segno della continuità il fatto che continuiamo ad essere costretti a sbirciare le partite appollaiati lassù in cima, proprio di fianco al nido del condor. La discontinuità assume invece i contorni della beffa perché non viene nemmeno più servita una parvenza di cena. Non che gli altri anni si facesse festa…però sempre meglio che niente.