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Сентябрь
2024

Trump accusa Harris di odiare Israele e lei replica: “Putin ti manda a colazione”

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Il dibattito televisivo tra Kamala Harris e Donald Trump, il primo e probabilmente unico di questa breve campagna elettorale dopo il ritiro di Joe Biden, è iniziato con una stretta di mano e si è presto trasformato in uno scontro serrato. L’incontro si è svolto presso il National Constitution Center di Philadelphia, città simbolo della democrazia americana, e messo in onda dalla ABC, al centro dello Stato cruciale della Pennsylvania per il voto di novembre.

Durante l’ora e mezza di dibattito, sono stati affrontati diversi temi fondamentali, tra cui economia, le guerre in Ucraina e a Gaza, il diritto all’aborto, l’immigrazione e la situazione in Afghanistan. Kamala Harris, consapevole della necessità di distinguersi, ha affermato: “Non sono né Biden né Trump, sono la leader di una nuova generazione”, cercando di presentarsi a milioni di americani che ancora la identificano con l’amministrazione attuale.

Gli scambi sono stati pungenti: Trump ha accusato Harris di “odiare Israele” e ha dichiarato che sarebbe “la peggiore presidente di sempre”. Harris ha contrattaccato dicendo: “Putin ti mangia a colazione”. Alla fine del dibattito, la celebre cantante Taylor Swift ha dichiarato pubblicamente il suo endorsement a favore della candidata democratica, aggiungendo un ulteriore colpo di scena a una campagna elettorale già intensa.

I primi botta e risposta hanno toccato temi economici, con la democratica che ha criticato la gestione di Trump durante la sua presidenza. I due si sono poi scontrati sul tema dell’aborto. “Il governo e soprattutto Trump non dovrebbero dire a una donna cosa fare con il suo corpo”. Poi è arrivato il primo scivolone del tycoon, che confonde Virginia e West Virginia: “I dem vogliono consentire l’aborto nel nono mese di gravidanza”. Gaffe anche sull’immigrazione, con Trump che ha rilanciato la falsa teoria cospirativa secondo cui gli immigrati haitiani mangino i gatti domestici degli americani.

Harris ha quindi parlato di guerre e politica estera, specificando la sua posizione: “Continuerò ad aiutare Israele. I dittatori fanno il tifo per Trump perché lo manipolano. Con lui alla Casa Bianca, Putin sarebbe a Kiev”. La replica dell’ex presidente: “Lei odia Israele. Con me non sarebbe successo nulla a Gaza e in Ucraina”. La campagna della vicepresidente ha poi proposto un altro dibattito. “Trump, sei pronto?”, ha domandato sarcasticamente Harris.

Il messaggio di Kamala Harris a Trump e agli Usa

Chiamata alla sfida di “farsi conoscere”, la candidata democratica si è “presentata” anche al suo rivale che non sembrava volesse stringerle la mano, avvicinandosi e dicendogli: “Piacere, Kamala Harris”. “È il momento di voltare pagina, il mio piano è una nuova strada per il futuro”, ha sottolineato la vice di Biden che per la prima volta ha preso le distanze dal suo presidente. Nel complesso Harris è riuscita a mettere all’angolo il suo avversario in diversi momenti, con calma e determinazione ma anche rubandogli alcune delle sue espressioni più colorite e aggressive.

Gli attacchi di Harris contro Trump: “Putin ti mangia a colazione”

Harria ha accusato lo sfidante di “aver venduto gli Stati Uniti alla Cina” con la sua politica dei chip e di essere amico di dittatori come Vladimir Putin e Kim Jong-un che “fanno il tifo per lui perché lo possono manipolare”. Con il leader nordcoreano “si scriveva lettere d’amore”, ha detto sarcastica. E l’amicizia con il capo del Cremlino è stato uno dei temi di politica estera sul quale l’ex procuratrice ha attaccato più duramente. “Se Trump fosse presidente Putin sarebbe seduto a Kiev con gli occhi puntati sull’Europa”, ha incalzato la democratica provocando il tycoon dichiarando che “i leader stranieri gli ridono dietro”. “Sei amico di un dittatore che ti mangerebbe a colazione”, ha tuonato.

Lo scontro sull’aborto, Trump: “I dem vogliono consentirlo fino al nono mese”

Kamala Harris si è dimostrata decisa anche sull’aborto. “Il governo e soprattutto Donald Trump non dovrebbero dire a una donna cosa fare con il suo corpo”. Su uno dei temi più caldi della campagna il tycoon è invece scivolato, affermando che i democratici vogliono consentire l’aborto nel “nono mese” di gravidanza e confondendo la Virginia con la West Virginia.


Economia e disoccupazione

La strategia di Harris è stata anche quella di ricordare agli americani che il tycoon è già stato presidente con risultati, a suo parere, disastrosi. “Trump ci ha lasciato la disoccupazione più alta dalla Grande Depressione. Quello che abbiamo fatto è stato mettere a posto il pasticcio che lui ha creato”, ha attaccato ricordando le sue politiche fallimentari sul Covid. Gli ha anche rinfacciato di non poter parlare dei “crimini dei migranti”, lui che “è condannato e perseguito” e lo ha ripagato con la sua stessa moneta quando parlando delle folle ai comizi ha detto che da quelli del tycoon se ne vanno “per noia ed esasperazione”.


Gli attacchi di Trump a Harris: “Odia Israele”

The Donald da parte sua ha sfoderato i classici della sua retorica. Da Harris “marxista che ha distrutto il Paese con politiche che sono folli” alla Harris che “odia Israele” e che distruggerà lo Stato ebraico entro due anni dal suo insediamento. L’ex presidente è riuscito a mettere a segno qualcuna delle sue battute come quando l’ha fermata dicendole “sto parlando io”, riferendosi alla stessa ormai famosa frase usata da Harris con Mike Pence nel dibattito tra candidati vicepresidenti.

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