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Scandalo dei finti vaccini a Treviso, l’infermiera rimossa dalle sue mansioni

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«Un segnale positivo nei confronti di chi vaccina e di chi si vaccina. Riponiamo massima fiducia nella magistratura e auspichiamo che venga fatta piena chiarezza sull’accaduto».

Così il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi ha accolto la notizia della chiusura dell’inchiesta nei confronti dell’infermiera Elena Venzo, 51 anni di Treviso, che fu impegnata al centro vaccinale dell’ex Maber di Villorba durante le immunizzazioni anti-Covid.

La professionista è accusata di aver finto di inoculare il vaccino o di averlo inoculato solo in parte, portando ugualmente al rilascio del green pass. Insieme a lei, altre otto persone sono finite sotto inchiesta perché avrebbero beneficiato di questo trattamento.

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Per la Venzo sono due le accuse della Procura: falso ideologico per aver sottoscritto i certificati in cui attestata la somministrazione del vaccino e omissione in atti d’ufficio per aver redatto certificati di avvenuta vaccinazione, producendo così delle false attestazioni. Le altre otto persone sono indagate in concorso.

«Questa vicenda ha avuto inizio grazie all’attenzione della coordinatrice del centro vaccinale dell’ex Maber che per prima ha avuto il sospetto che la collega non vaccinasse. Da lì sono scattate le verifiche, l’infermiera è stata messa sotto sorveglianza e adesso dalle indagini e dalle prove raccolte, il magistrato valuterà» aggiunge il direttore generale Benazzi.

Dopo l’avviso di chiusura dell’inchiesta, i nove indagati avranno circa tre settimane di tempo per presentare memorie difensive o chiedere di essere interrogati dal pubblico ministero Gabriella Cama che ha coordinato l’indagine condotta dalla squadra Mobile di Treviso. Una volta trascorso il termine la procura deciderà se richiedere il rinvio a giudizio delle persone coinvolte.

Conclude Benazzi: «Voglio ricordare e ringraziare tutti i nostri collaboratori, che durante la pandemia ce l’hanno messa tutta per vaccinare le persone, e tutti i cittadini che hanno aderito alla campagna di immunizzazione che ci ha permesso di uscire dal momento più duro. Per l’infermiera finita al centro delle indagini attendiamo gli sviluppi. Se ci sarà il pronunciamento dei giudici e se ci sarà una condanna, valuteremo il da farsi, per ora è stata spostata ad altre mansioni che non la vedono più impegnata nelle vaccinazioni».

Nel frattempo, il professor Andrea Crisanti, dopo aver ricevuto l’incarico dalla procura come consulente tecnico di parte e di aver pure chiesto una proroga di sei mesi per concludere il lavoro, ha rinunciato alla consulenza “causa incarichi istituzionali”.

Era il 17 marzo del 2022 quando il luminare della microbiologia varcò l’ingresso del palazzo di giustizia di viale Verdi per ricevere l’incarico di consulente di parte della procura. Il suo compito sarebbe stato quello di analizzare il materiale sequestrato dalla polizia durante il blitz del 2 settembre del 2021 al centro vaccini all’ex Maber di Villorba. In quei bidoncini, secondo l’accusa, l’infermiera indagata per falso e omissione in atti d’ufficio avrebbe gettato i batuffoli di cotone intrisi del siero che la Venzo avrebbe dovuto iniettare agli otto conoscenti, indagati come lei in concorso. Ma invece di inoculare il vaccino non l’avrebbe proprio fatto o, al massimo, soltanto in parte.

Dopo aver accettato l’incarico, il professor Crisanti aveva anche chiesto a luglio 2022 una proroga di 180 giorni per portare a termine l’incarico. Ma a novembre, Crisanti ha rinunciato “causa recenti e imprevedibili incarichi istituzionali”. Nel settembre del 2022, infatti, era stato eletto al Senato come capolista del Partito Democratico nella circoscrizione Estero, ripartizione Europa con 36.013 voti.

Oltre a Venzo, sono altre otto le persone finite sotto inchiesta. Si tratta di Maria Emanuela Bertone, 47 anni di Silea; Elisabetta Barel, 65 anni di Vittorio Veneto; Paola Pasqualon, 69 anni di Treviso; Albina Usmanova, 30 anni di Vittorio Veneto; Alessandro Pol, 43 anni di Arcade; Elisabetta Aragione, 60 anni di Treviso; Bouaicha Naouel Fumagalli di Marcon; ed Enrica Besana, 86 anni di Quinto di Treviso.