ru24.pro
World News
Сентябрь
2024

Operazione ombre del Cremlino: la guerra invisibile della disinformazione

0

Mercoledì 4 settembre 2024, il governo degli Stati Uniti ha colpito duramente le operazioni di disinformazione orchestrate dal Cremlino. Due cittadini russi, accusati di aver partecipato a un’operazione sofisticata e ben coordinata, sono stati formalmente incriminati, e oltre 30 domini Internet sono stati sequestrati. Ma la vera bomba lanciata dall’FBI non riguarda solo gli Stati Uniti: all’interno del dossier di 277 pagine presentato in tribunale, emergono dettagli agghiaccianti su una massiccia operazione psicologica che mirava a destabilizzare l’Europa. Politici, imprenditori, giornalisti e influencer tedeschi, francesi, italiani e britannici erano tutti nel mirino del Cremlino, coinvolti in una campagna studiata per seminare caos, screditare l’America e minare il sostegno all’Ucraina.

Al centro di questa operazione, secondo il dossier, vi era Sergej Vladilenovič Kirienko, definito dall’Office of Foreign Assets Control (OFAC) come il “curatore della politica interna” di Vladimir Putin e descritto da molti come “l’uomo di fiducia” del presidente russo. Kirienko, insieme a una serie di alleati fedeli, aveva orchestrato un piano complesso per destabilizzare l’opinione pubblica occidentale attraverso campagne di disinformazione mirate. “Bisogna evidenziare chi ha causato il peggioramento delle relazioni”, avrebbe detto Kirienko durante uno degli incontri segreti, secondo quanto riportato nelle note di Il’ja Gambašidze, un altro collaboratore chiave del Cremlino. Gambašidze era profondamente coinvolto nell’operazione, documentando accuratamente le discussioni con Kiriyenko e altri membri del governo russo. Le note di Gambašidze offrono uno sguardo inquietante dietro le quinte: incontri dettagliati, strategie di propaganda e discussioni sulla manipolazione delle narrative pubbliche.

Secondo i documenti presentati, la Social Design Agency (SDA), fondata e guidata proprio da Gambašidze, e la Structura National Technology, sotto la direzione di Nikolaj Tupikin, erano due dei principali strumenti utilizzati per influenzare e manipolare il pubblico europeo. Gli attacchi di disinformazione non si limitavano alla creazione di fake news. La campagna includeva la creazione di siti web fasulli che imitavano testate giornalistiche legittime come il Washington Post e la BBC, con articoli scritti appositamente per manipolare le percezioni degli eventi. In particolare, Vladimir Tabak, a capo di ANO Dialog, un’organizzazione strettamente legata al Cremlino, ha avuto un ruolo centrale nella creazione di questi falsi outlet mediatici.

Uno dei documenti chiave, un promemoria interno della SDA, delineava un’inquietante strategia: “Dobbiamo discreditare gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la NATO. Solo così possiamo indebolire il loro sostegno all'Ucraina”. Le azioni coordinate tra SDA, Structura National Technology e ANO Dialog avevano un solo scopo: diffondere narrazioni che screditassero l’Occidente e sostenessero gli interessi russi. L’utilizzo di domini cybersquatting (siti web che replicano in tutto e per tutto quelli di testate giornalistiche autentiche) era uno dei metodi principali per raggiungere questo scopo. Ad esempio, uno dei falsi siti ‘washingtonpost[.]pm’ appariva quasi identico alla vera homepage del Washington Post, completo di loghi, fotografie e articoli apparentemente realizzati da veri giornalisti. Tuttavia, il contenuto era tutto fuorché giornalismo. “L’amministrazione Biden deve riconoscere che il supporto all’Ucraina è un errore”, recitava uno degli articoli pubblicati su questo sito contraffatto, spingendo un messaggio anti-ucraino e pro-russo.

Tra le strategie più sofisticate dell’operazione russa vi era il coinvolgimento di influencer sui social media. Ma non si trattava solo di utilizzare figure di spicco. La SDA aveva sviluppato una rete intricata di profili falsi sui social media, alcuni dei quali impersonavano cittadini americani o europei comuni. L’obiettivo era infiltrarsi nei thread di discussione su piattaforme come Facebook, Twitter (ora X), e YouTube, distribuendo commenti e link ai cybersquatting. “Usare profili falsi per postare nei commenti, fingendo di essere americani o europei è essenziale”, spiegava un documento interno della SDA. Questo metodo di distribuzione permetteva ai russi di nascondere l’origine delle loro campagne e di far credere agli utenti di essere esposti a opinioni genuine di cittadini locali.

Un progetto particolarmente ambizioso, denominato ‘The Good Old U.S.A. Project’, aveva come obiettivo principale quello di influenzare l’elettorato americano in vista delle elezioni del 2024. Il progetto si concentrava su sei Stati chiavi degli USA, utilizzando una combinazione di “storie false travestite da eventi di cronaca” e di “commenti sui social media” per spingere la narrativa secondo cui “gli Stati Uniti dovrebbero concentrarsi sui problemi interni anziché spendere risorse in Ucraina”. Era una campagna attentamente pianificata, che puntava a sfruttare le divisioni esistenti nella società americana. Dietro ogni mossa di questa vasta operazione c’era Sergej Kirienko, la mente che dirigeva l’intera macchina propagandistica. Le note di Gambašidze rivelano che Kirienko era profondamente coinvolto in ogni fase del processo, offrendo consigli e suggerimenti su come manipolare al meglio le narrative. In un incontro del 16 aprile 2022, Kirienko disse chiaramente che una delle strategie chiave doveva essere “creare una psicosi nucleare” per mettere l’Occidente sulla difensiva. Questa non era solo disinformazione casuale: era un piano studiato per manipolare le emozioni del pubblico occidentale e portarlo a sostenere le posizioni russe. “Gli USA stanno preparando l’Europa per una grande guerra contro la Federazione Russa. È una guerra per la pace”, disse Kirienko durante una riunione strategica.

Un altro dei principali attori coinvolti nell’operazione era Sofia Zacharova, una portavoce dell’amministrazione presidenziale russa, che partecipava regolarmente agli incontri. Le sue competenze in tecnologie dell’informazione e infrastrutture di comunicazione la rendevano un’alleata chiave per Kirienko. Le note di Gambašidze la citano spesso come colei che trasmetteva le direttive di Kirienko ai vari team, assicurandosi che le strategie fossero implementate correttamente. Anche se gli Stati Uniti erano uno degli obiettivi principali, l’Europa non era certo al sicuro. L’operazione aveva preso di mira in modo specifico la Germania, la Francia, l’Italia e il Regno Unito. Uno dei meeting descritti nel dossier rivelava che “i tedeschi sono più dipendenti dei francesi”, spingendo i russi a concentrarsi su di loro per influenzare le loro percezioni politiche. In un altro incontro, i membri dell’operazione discussero di come “complementare fatti reali con falsi” per confondere ulteriormente l’opinione pubblica. Tra le strategie proposte c’era persino l’idea di creare una falsa storia su un soldato americano che aveva violentato una donna tedesca, sfruttando il già fragile rapporto tra Stati Uniti e Germania.

Il sequestro dei domini e l’incriminazione dei cittadini russi rappresentano solo l’inizio di una battaglia più ampia contro la disinformazione russa. Come chiarito dall’FBI, questa operazione era solo una parte di un piano più vasto e ambizioso per destabilizzare l’Occidente. La campagna di disinformazione orchestrata dal Cremlino ha coinvolto centinaia di siti web, account sui social media e influencer, tutti utilizzati per seminare discordia e minare la fiducia nelle istituzioni democratiche. Mentre il mondo si prepara per le elezioni americane del 2024, è chiaro che la guerra dell’informazione è appena iniziata. Il Cremlino, attraverso personaggi come Kirienko, Gambašidze, Tupikin e Zacharova, ha dimostrato di essere pronto a fare qualsiasi cosa per manipolare l’opinione pubblica globale e sostenere i suoi interessi. La domanda ora è: l’Occidente sarà in grado di proteggersi da questa minaccia sempre più insidiosa?