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Сентябрь
2024

Vanoli lancia l’Udinese: «A Parma ci farà capire se è pronta per un campionato importante»

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UDINE. «A Parma l’Udinese potrà già farci capire se vuole fare un campionato importante». È Rodolfo Vanoli a individuare il primo banco di prova della stagione per la Zebretta che può beneficiare della settimana lunga in vista della ripresa del campionato, con ancora sei giorni di lavoro davanti a sé per preparare la trasferta di lunedì prossimo allo stadio Tardini, alle 18.30, dove si presenterà per difendere il primo posto. Un’Udinese che il tecnico varesino ha visto all’opera da bordo campo a Dekani, in Slovenia, nel test della scorsa settimana col Koper, facendosi già un’idea sulla batteria degli ultimi acquisti bianconeri.

Vanoli, perché vede nella trasferta di Parma il primo banco di prova per l’Udinese?

«Perché fin qui è stata bravissima ad approfittare delle situazioni, al punto che nessuno si sarebbe aspettato 7 punti e il primato in classifica dopo tre turni. Adesso però è già arrivato il momento per capire di che pasta è fatta la squadra, proprio in virtù di questo vantaggio».

Anche la società, per voce del “supervisore” Gianluca Nani, si aspetta miglioramenti sul gioco...

«Io mi riferisco più alla mentalità, e quindi sono curioso di vedere se l’Udinese punterà ad accelerare per incrementare il vantaggio che si è già presa sulla concorrenza, andandosela a giocare in un certo modo, oppure se si accontenterà, fermo restando che la partita è da tripla e la squadra di Pecchia è collaudata, gioca a calcio, e ha cambiato poco negli ultimi tre anni grazie a un ottimo allenatore che ha trasmesso alla squadra una sua identità».

Ha parlato di vantaggio acquisito, segno che sta vedendo delle opportunità all’orizzonte per questa Udinese.

«L’opportunità da non perdere è il buon avvio, situazione già vissuta due anni fa con Sottil, prima che la squadra poi si smarrisse, complice anche qualche modifica dell’assetto col 5-3-2 che cambiò atteggiamento. Non credo che questo avverrà di nuovo, perché vedo un’Udinese di una certa caratura, già in vantaggio rispetto al Bologna che ha cambiato molto, allenatore incluso, e la Fiorentina che è un cantiere aperto in cui manca ancora equilibrio, però questo è il momento in cui l’allenatore deve trasmettere la consapevolezza di non essere inferiori a nessuno, come sta facendo al Torino mio fratello Paolo».

D’accordo, ma per imporsi servirà alzare il livello di gioco...

«Runjaic ha tolto un centrocampista per inserire un trequartista in più, e bisogna vedere se l’Udinese regge l’urto. Dipende molto anche dalle partite: col Como si è subito, mentre con la Lazio no. E quella vittoria è stata meritata. Nel 3-4-2-1 hai sette uomini che lavorano sotto palla e i due sopra devono tornare a centrocampo. È un modo dispendioso che contro le grandi potrebbe cambiare portando nove uomini sotto palla. Dipenderà sempre dalla mentalità».

E dagli interpreti. A proposito, qual è il suo giudizio sui nuovi arrivi?

«Premesso che all’Udinese i giocatori arrivano con determinate caratteristiche per essere inseriti nel sistema di gioco del club, a Dekani ho visto giocatori di valore che andranno giudicati a gennaio, quando bisognerà vedere se avranno fatto il salto di qualità. Detto questo, Bravo e Ekkelenkamp sono di prospettiva e si vede che hanno grandi qualità».

Touré, Modesto e Atta?

«Tourè ha una forza fisica incredibile, ma per adesso mi ricorda il primo Bijol che era un po’ macchinoso. Sarà il titolare del futuro, ma a patto di assecondare le qualità fisiche con i nostri ritmi negli allenamenti e in partita, perché è con la velocità che migliorano le capacità tecniche e fisiche. Modesto è veloce ma, giocando da esterno a destra, dovrà conoscere molto bene le due fasi e al momento quella difensiva mi sembra da migliorare. Atta è un centrocampista con tocco e visione e anche per lui vale il discorso fatto sull’inserimento».