Sgroi ucciso a Cilavegna, i primi esiti dell’autopsia: «Ucciso dalle ferite alla testa e al volto»
CILAVEGNA. Morto per le botte. È il primo esito dell’autopsia eseguita sul corpo di Giuseppe Sgroi, 54 anni, l’operatore ecologico trovato morto nella notte del 28 agosto nella sua abitazione di via Dei Mille a Cilavegna. La relazione finale del medico legale Giacomo Belli deve però essere ancora depositata e manca anche l’esito degli esami tossicologici.
Sgroi aveva ferite gravissime al volto e alla testa: era stato trovato in queste condizioni, già privo di vita, dagli operatori del 118 e dai carabinieri. Per quella morte sono in carcere, con l’accusa di omicidio volontario, il fratello della vittima, Massimo Sgroi, 52 anni, e Giuseppe Di Stefano, 34 anni, l’amico e ospite della vittima, uscito dal carcere un paio di mesi fa, per una storia di stalking, e accolto nell’alloggio di via dei Mille.
Ruoli da chiarire
In casa c’erano solo loro due al momento del ritrovamento del corpo. L’ipotesi è di una discussione degenerata e culminata con l’aggressione mortale. La vittima è stata colpita a pugni, ma anche a calci (secondo i primi rilievi eseguiti sul corpo) quando era già per terra. I ruoli dei due indagati devono però essere ancora precisati: le dichiarazioni fornite agli inquirenti non sono bastate infatti a chiarire la dinamica. Il fratello della vittima ha risposto sia al primo interrogatorio davanti alla magistrata sia davanti alla Gip, ma ha negato di avere picchiato il fratello.
Ha aggiunto di avere assistito alla discussione con l’ospite Di Stefano, una lite scaturita da motivi futili legati alla convivenza, ma ha precisato che si trovava in un’altra stanza quando c’è stata l’aggressione mortale. Di Stefano, invece, non ha risposto all’interrogatorio. Il delitto sarebbe stato compiuto in 17 minuti: in questo lasso di tempo la vittima è uscita di casa (è stata ripresa da una telecamera del paese) per poi rientrare, ma pochi minuti dopo la mezzanotte è arrivata la chiamata al 118. Si sa anche che l’assassino si è lavato: si stanno analizzando le tracce ematiche trovate nel lavandino.
Il movente
Da chiarire anche il movente dell’aggressione mortale. Tra il fratello della vittima e l’ospite i rapporti non erano mai stati idilliaci, ma i litigi negli ultimi tempi coinvolgevano anche Giuseppe Sgroi, che da un lato cercava di spronare il fratello a trovarsi un lavoro e dall’altro cominciava a soffrire alcuni atteggiamenti dell’amico, che aveva deciso di ospitare a casa dopo che era uscito dal carcere, dove aveva scontato una condanna per una brutta storia di persecuzioni nei confronti della sua ex. —