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Сентябрь
2024

In abbandono l’area degli ex detenuti: il Comune di Padova mette a bando il terreno

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Ha ospitato i detenuti e offerto loro l’opportunità di occuparsi della serra e del giardino. Ora però l’area giace nel più completo abbandono. La differenza tra gli spazi gestiti dai padri Mercedari e quelli comunali è evidente: da una parte giardini all’inglese tenuti perfettamente, dall’altra erba alta, rifiuti e desolazione.

Siamo in via Righi, a Chiesanuova, dove fino allo scorso anno era in piedi il progetto Oasi (che prende il nome dalla vicina struttura dei Mercedari), che da molti anni era attivo grazie all’impegno dell’allora capo settore al sociale Lorenzo Panizzolo e Ornella Favero di Granello di Senape, nota per il suo impegno al Due Palazzi verso i detenuti. Ad occuparsene era la cooperativa Coishla, che ultimamente però non ha avuto più le forze per andare avanti e poco più di un anno fa ha sgomberato la zona attorno alla serra di proprietà comunale.

Affianco c’è la struttura voluta dai padri Mercedari, che accoglie detenuti a fine pena dal 1965. Una missione che i religiosi hanno sempre sostenuto con mezzi propri, con molte difficoltà e sempre col rischio chiusura.

L’Oasi ha avviato negli anni corsi di restauro, di saldatura e coltivazione biologica di ortaggi, affidati appunto a Coishla, oltre alla cura della serra e delle piante. Organizzava anche corsi di informatica di alto livello ed erogava anche borse lavoro. Tutto questo adesso è in pausa. E nel frattempo anche l’area comunale riversa nel degrado.

Una speranza però c’è e a garantirla è l’assessora al sociale, Margherita Colonnello: «Oasi è una realtà preziosa a livello cittadino e nazionale. Si occupa infatti di un aspetto ignorato dal sistema penitenziario e sociale del nostro Paese, ovvero la cura e presa in carico dei detenuti dimessi.

Persone che tornano libere talvolta dopo decenni e trovano un mondo stravolto rispetto a come lo avevano lasciato. Quando sono da soli, è per loro molto difficile riabituarsi alla società: viene così meno uno degli scopi della detenzione, che è quello di favorire la rieducazione e il reinserimento della persona» spiega l’assessora, prima di entrare nel vivo del problema.

Una nuova vita dovrebbe offrirla, infatti, proprio un bando comunale: «Come amministrazione siamo sempre pronti a sostenere la sua realtà – chiude Colonnello –. Da qualche anno è cessato un progetto rieducativo che insisteva su un terreno comunale adiacente alla struttura e che prevedeva il reinserimento dei suoi ospiti tramite percorsi di educazione all’orticoltura. Stiamo dunque cercando nuovi soggetti che siano interessati a prendere in carico sia il terreno che la serra che per questo era costruita. L’obiettivo è quello di favorire un altro progetto sociale. Per questo nel prossimo avviso di assegnazione comparirà proprio anche il terreno a fianco all’oasi e la sua serra».