Case di riposo, a Padova mobilitazione dei lavoratori per il nuovo contratto
Rinnovo del contratto nazionale Uneba, prosegue anche a Padova la mobilitazione verso lo sciopero nazionale. Domani alle 11 è previsto un presidio di FP Cgil, Cisl FP, Fisascat Cisl, Uil FPL e Uil Tucs davanti alla sede dell’Opera Immacolata Concezione di via Toblino 53 a Padova. La protesta nasce dal mancato accordo sul rinnovo del contratto.
«Nonostante una inconcludente e snervante trattativa che dura da mesi tra sindacati e parti datoriali e a più di quattro anni dall’ultimo rinnovo – ovvero dai tempi dell’esplosione della pandemia legata al Covid – le lavoratrici e lavoratori delle Istituzioni dei settori socioassistenziale, sociosanitario ed educativo Uneba, sono ancora in attesa del rinnovo del loro contratto collettivo nazionale», lamenta il sindacato, «Una situazione insostenibile che si protrae da mesi».
E che ha portato FP Cgil, Cisl FP, Fisascat Cisl, Uil FPL e Uil TuCS a proclamare una mobilitazione nazionale, costituita da presìdi e assemblee territoriali, e che culminerà con lo sciopero nazionale indetto per il prossimo 16 settembre. Una mobilitazione che è passata anche per il Veneto, con presidi in quasi tutte le sue province, e che domani alle 11 vedrà protagonista anche Padova, con un presidio davanti all’Opera Immacolata Concezione di via Toblino 53.
«La trattativa per il rinnovo del Contratto nazionale di lavoro Uneba» fanno sapere i sindacati, «è giunta ormai a un vero e proprio stallo nonostante il contratto sia scaduto da ben 53 mesi.
Le ragioni di questa impasse sono dovute principalmente agli irricevibili aumenti contrattuali proposti dalle organizzazioni datoriali, consistenti in 50 euro lordi - che si traducono in 35 netti - a valere sulle annualità 2020, 2021, 2022, 2023, per di più riassorbibili da eventuali accordi territoriali successivi. Una cifra assolutamente insufficiente a compensare la perdita del potere di acquisto dei salari dovuta alla forte inflazione degli ultimi anni» denunciano i sindacati.
«È giusto ricordare che si tratta di lavoratrici e lavoratori che si occupano dei soggetti più fragili della società: anziani, non autosufficienti, disabili» il rilievo delle parti sociali, «non è accettabile che i loro stipendi, già bassi, non consentano loro nemmeno di vivere dignitosamente, inducendoli spesso a dimettersi per cercare di trovare lavoro in strutture dove vengono applicati contratti più remunerativi. Vogliamo un rinnovo che migliori le loro condizioni» la richiesta delle sigle sindacali che fanno fronte comune, «e finché non lo otterremo non smetteremo la mobilitazione».