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Сентябрь
2024

Muccino contro Sangiuliano: “Ha messo in ginocchio il cinema”, la battaglia sul tax credit e l’appello al nuovo ministro

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“Sangiuliano ha messo in ginocchio il cinema”. Gabriele Muccino raccoglie l’affondo di Nanni Moretti durante la serata di premiazione del Festival di Venezia 2024 (“produttori e registi dovete essere più reattivi di fronte a questa nuova pessima legge sul cinema”). Prima in un post su Instagram e poi in un’intervista su La Stampa l’autore di L’ultimo bacio ha bocciato aspramente la legge sul cinema dell’oramai ex ministro della cultura del governo Meloni.

Muccino critica soprattutto un aspetto, quello della diminuzione dell’aliquota del tax credit (dal 40% al 30%) per i costi “sopra la linea” di attori e registi. “Fondamentalmente sopra una certa cifra – troppo incongruente, visto quello che prendono attori e autori affermati – limita fortemente l’accesso al tax credit per tutto ciò che nel budget è indicato come “sopra la linea”. In pratica con quel tetto lì, se dovessi fare un film in Italia con attori americani, i produttori potrebbero scaricare in Italia ben poco del loro compenso, il che comporterebbe andare a girare il film altrove in Europa, con tutti i vantaggi che c’erano in Italia”, ha spiegato il regista su La Stampa.

Muccino era finito nel mirino dell’ex ministro Sangiuliano come uno dei registi italiani che guadagnavano molto (e quindi oggi gli verrebbe ridotta l’elargizione del tax credit ndr): “La sua battaglia è stata fortemente ideologica. Quella lista era quasi di proscrizione, il mio nome tra l’altro era legato a una serie di due stagioni e 18 episodi, senza contare che e se mi danno una certa cifra è perché lavoro dal ’97 con grandi risultati. Il mio cachet, come quello di colleghi illustri, da Luca Guadagnino ad altri, è da leggere in questo senso”.

Curioso peraltro che la sincerità e lo slancio critico di Muccino si riverberi sul passato e sulla legge Franceschini, buona sì, ma che permetteva comunque la presenza di produttori “ladri di galline” che approfittavano delle maglie larghe lasciate dalla legge dell’ex ministro Pd: “Era troppo larga la manica di attribuzione del tax credit a produttori “parvenu” che accedevano ai fondi senza avere a cuore l’esito del film, ma solo il maxi ricavo. In altre parole al film lasciavano una minima quota, il resto se lo intascavano. Per questi dieci ladri di galline – i soliti furbetti che arrivano ovunque giri il denaro – hanno deciso di punire l’intero settore. Compresi i cineasti con passione e prestigio internazionale, come dimostrano i premi che continuiamo a ricevere nei festival”.

Muccino mostra la sua preoccupazione per il fuggi fuggi generale delle produzioni internazionali, soprattutto statunitensi: “Non si erano mai visti così tanti set come negli ultimi quattro anni, le major americane si erano trasferite in Italia. (…)Oggi le grandi produzioni scelgono di andare in altri Paesi. Penso a Uma Thurman che ha dovuto finire di girare il suo film iniziato a Cinecittà in Canada ed è un grande danno a tutta la filiera italiana e tutti coloro che ci lavorano”. Muccino definisce Sangiuliano “un uomo dalle piccole qualità” e chiede al nuovo ministro della cultura, Alessandro Giuli, “una lungimiranza, uno sguardo costruttivo verso il Paese”.

Infine, il cineasta romano ha ricordato come all’epoca dei suoi film distribuiti proprio dalla Medusa di Silvio Berlusconi non avesse mai ricevuto richieste “di correggere il tiro” nonostante con Ricordati di me avesse messo alla berlina “il sistema marcio” delle tv del Cavaliere; mentre oggi sotto il governo Meloni si respira aria di “autocensura spontanea”.

L'articolo Muccino contro Sangiuliano: “Ha messo in ginocchio il cinema”, la battaglia sul tax credit e l’appello al nuovo ministro proviene da Il Fatto Quotidiano.