Feletto, continuano le ricerche dell’uomo inghiottito dall’Orco
FELETTO. Non sono bastati quattro giorni di ricerche, dall’alba sino a quando le condizioni della luce lo permettevano, per trovare Gianni Canavera, l’imprenditore 58enne di San Francesco al Campo, inghiottito giovedì mattina dalle acque del torrente Orco in piena. L’uomo, che era alla guida del suo trattore, risulta ufficialmente disperso. Anche ieri, come sabato, i vigili del fuoco hanno iniziato di buon mattino le ricerche, scandagliando alcuni punti ben precisi lungo il corso d'acqua.
si cerca verso san benigno
«Attraverso lo studio dei flussi e della morfologia del torrente stiamo seguendo un piano d’azione mirato a concentrare le ricerche laddove potrebbe essere stato trasportato l’imprenditore» analizzano i tecnici dei vigili del fuoco.
Lentamente il focus si sta spostando dal luogo dell’incidente, in regione Chiria, al confine tra Feletto e Lusigliè, al lungo braccio dell’Orco che arriva a San Benigno.
«Gli sforzi, fin qui, sono stati vani, ma non desistiamo» dicono i caschi rossi. Sabato il livello del torrente si era notevolmente abbassato ma domenica, a causa della pioggia caduta nella nottata, le acque erano tornate limacciose e imponenti.
il falso allarme
Sabato sera, proprio mentre Drago, l’elicottero dei pompieri e i tanti droni utilizzati, stavano per rientrare è arrivata una segnalazione credibile. C’era stato un avvistamento, all'altezza di Chivasso, ma le verifiche dei vigili del fuoco hanno dato esito negativo. Si è trattato, purtroppo, di un falso allarme.
Sull’accaduto proseguono parallelamente le indagini dello Spresal: l'imprenditore di San Francesco, originario di Corio e grande appassionato di motori, stava effettuando delle opere di disboscamento su un isolotto di fronte alla sponda di Feletto. Il mezzo agricolo è stato strappato dall’improvvisa piena e a nulla è valsa la disperata manovra di Gianni Canavera di riguadagnare una posizione più sicura. L’esatta dinamica è in fase di ricostruzione. Si tratta comunque di un incidente sul lavoro.
il 15 ottobre 2000
Pochi chilometri più a monte il 15 ottobre 2000, durante l'alluvione, si era vissuta una tragedia simile. Perse la vita il vigile del fuoco Bartolomeo Califano.
Era a bordo del fuoristrada di servizio che precipitò nel torrente per il crollo del ponte tra Salassa e Castellamonte. E in quel punto, ogni anno, familiari e colleghi lo ricordano con una toccante cerimonia sotto il nuovo ponte. Sono passati quasi 24 anni da allora e l’Orco non ha ancora restituito il corpo dello sfortunato pompiere.
Intanto, mentre le speranze di trovare in vita l’imprenditore, padre di tre figli, si assottigliano di ora in ora, la sua famiglia si è chiusa in un doloroso riserbo.
Il figlio Michael, che era con il padre al momento dell’incidente, ha spiegato ai carabinieri cosa ha visto. Testimonianza confermata dagli altri operai che facevano parte dell’impresa di legnami e tutti presenti sulle rive dell’Orco, nonostante l’Arpa avesse diramato una allerta gialla.
«L’area di lavoro era su un isolotto lontano dall’alveo del torrente. Quindi teoricamente non pericolosa. Ma la piena è arrivata all’improvviso da un ramo secondario del torrente e Gianni si è trovato praticamente senza via di fuga. Le acque sono arrivate così violente ed impetuose che hanno prima trascinato per una decina di metri il trattore e poi lo hanno capovolto», ha detto uno dei testimoni.
Il pesante mezzo agricolo è stato recuperato con una gru e successivamente sequestrato.