Ivrea, addio a Diego Sabolo, galantuomo d’altri tempi
IVREA. Galantuomo, rispettoso e riguardoso verso il prossimo, marito e padre esemplare, persona onesta, leale e stimata da tutti: occorre attingere a parole o espressioni ormai rare nel linguaggio corrente per definire Diego Sabolo, a lungo decano dei dottori commercialisti eporediesi, venuto a mancare lo scorso venerdì 6, nella sua casa di Salerano.
La morte lo ha colto nel sonno, in punta di piedi, quasi cercando di non rovinare lo splendido secolo da lui compiuto lo scorso 7 giugno e quei pochi mesi oltre l’importante anniversario, vissuti nel pieno possesso della forma fisica e mentale, mantenendo intatti la naturale verve e il non comune senso dell’umorismo.
«È come avessimo perso per sempre una parte di noi, –ammette, commossa, la figlia Emilia- ma sentiamo anche di dover essere grati al destino per avergli concesso di percorrere in modo splendido il suo lungo cammino e comprendiamo di essere stati dei privilegianti ad averlo potuto avere accanto per tutto questo tempo, a casa, in ufficio e nella vita di tutti i giorni».
«In questa lunga vita –aveva raccontato Sabolo, in occasione del 100° compleanno- ho vissuto momenti belli, ma anche bruttissimi, durante la guerra, quando riuscii a salvarmi dopo essere stato messo al muro dai tedeschi. Una grande gioia la provai, invece, quando i miei figli, Emilia e Alessandro, decisero di seguire le mie orme professionali, entrando a far parte dello studio che oggi continuano a condurre con successo».
Fu sul finire degli anni Quaranta, che Diego Sabolo affrontò con passione la propria professione, iniziando nel prestigioso studio del dottor Regis, in corso Cavour, dove rimase fino alla tragica morte di questi. Quindi lo studio, in proprio, nel 1951, nella stessa via Olivetti dove, con l’ingresso dei figli, si spostò in quello più grande tuttora in attività. Nel 2019, a Torino, lui, Emilia e Alessandro furono premiati dall’Ordine dei Commercialisti per la loro pluridecennale attività professionale, 70 anni di professione, lui, e 30 anni ciascuno, loro: complessivamente 130 anni di impegno, professionalità e serietà che hanno costruito e fatto prosperare lo studio che porta il loro nome. Sabolo ha lasciato un segno profondo anche nella tradizione eporediese del Carnevale storico: Abbà nel 1928 e 1929, in un prezioso costume da maharaja; Ufficiale dello Stato Maggiore nel 1947 e nel 1948; paggio della Mugnaia nel 1949. I funerali del commercialista si sono svolti lo scorso sabato 7, nella chiesa parrocchiale di Salerano, dove in tanti si sono stretti alla moglie Stefania e ai figli con le rispettive famiglie, in un forte abbraccio nel ricordo dell’amico scomparso che sempre resterà nei loro cuori.