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Сентябрь
2024

Venezia – Le pagelle al Festival: Barbera (8), la giuria (4), la truppa di film italiani (5-). Indimenticabile Adrien Brody: 10

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“Ho una buona notizia: il cinema è in ottima forma”. Isabelle Huppert l’ha voluto specificare prima di assegnare i premi del Festival di Venezia 2024. Anche se dopo i soliti estenuanti, cambogiani (nel senso dell’umidità), infiniti dodici giorni di Lido, non abbiamo avuto proprio questa solare impressione. Alti e bassi, insomma, nel Concorso internazionale dove, questo sì, va detto per i solerti selezionatori, è mancato il titolo scult. Anche le opere meno riuscite (quasi tutto l’immenso blocco produttivo italiano), inutilmente provocatorie (El Jockey), marmoree museali (Maria), inspiegabilmente autosabotate (Joker: Folie a deux), non sono mai andate sotto lo zero ma si sono attestate su una maldestra linea di mediocrità, di un vorrei ma non posso, spesso con solide basi produttive.

Dal lato opposto della classifica un largo, davvero largo, numero di buoni film, ma nessun capolavoro da storia del cinema. Di certo, nella perenne guerra Venezia-Cannes il palmares mostra che Venezia aveva qualche carta più prestigiosa da giocare a partire da un Leone d’Oro ineccepibile – The room next door di Almodovar – e da tanti eccellenti titoli (April, The Brutalist, Love, Trois amies, Queer, Stranger eyes, The order) che hanno ovviamente diviso una giuria che vista da fuori non sembrava proprio un pullman di compagnoni in gita scolastica. Proviamo allora a dare qualche voto, promossi e bocciati di Venezia 81 (al Concorso diamo comunque un 7,5).

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