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La «Monfalcone senza cricket» infiamma il dibattito in vista del voto 2025

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MONFALCONE «Prima o poi a Monfalcone sarà possibile giocare a cricket». Se le parole di Enrico Bullian, consigliere regionale del Patto e possibile candidato sindaco del centrosinistra alle comunali 2025, avessero una colonna sonora, sarebbe senz’altro A change is gonna come di Sam Cook, inno dei movimenti per i diritti civili americani.

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Ma qui la musica la intona il centrodestra, anche se si tratta del dibattito riaperto dalla Bbc su mazza, pallina e guantone nella «città che vieta il cricket», e allora l’auspicio di Bullian trova il controcanto di Gabriele Bergantini, capogruppo di Cisint per Monfalcone, che parafrasa, parola per parola, il pensiero proprio dell’eurodeputata: «A Monfalcone non esiste alcun divieto al gioco del cricket. Semplicemente, come avviene in tutti i comuni d’Italia, nei parchi pubblici e nelle zone in centro città o vicino a strade e parcheggi si limitano alcune attività che possono creare danno a persone e cose».

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«Questa folle discussione – aggiunge – rileva la vera questione: la continua volontà di attaccare con fake news l’amministrazione al fine unico di delegittimare una persona, forse sempre più scomoda, responsabile d’aver fatto emergere le contraddizioni di un sistema produttivo che, per salvare i profitti d’azienda, ha deciso di sacrificare la città in cui è ospitata».

Un pensiero, per la prima parte, in verità appoggiato anche dalla senatrice di Fratelli d’Italia Francesca Tubetti: «Nell’intervista della Bbc non si rammentano certi accadimenti del passato e che il no alle partitelle nei parchetti non vale solo per il cricket, ma per qualsiasi altro sport con la palla. Io invece ricordo, sette anni fa, come i tiri contro le finestre o le auto mandassero vetri in frantumi». «Lo sport – conclude – si fa nei luoghi destinati a tali discipline, come ci insegnano i nostri avi che per giocare a baseball si costruirono gli impianti». Interessante, questo richiamo al diamante su terra rossa, perché lo cita. E, si vedrà tra un po’, pure Bullian.

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Intanto però, sul cricket, il centrodestra non è all’unisono accordato. Il forzista Francesco Volante, già assessore allo Sport, non può del resto sconfessare quanto in questi anni promosso per «favorire l’integrazione attraverso i valori sportivi, il calcio in particolare, ma ci sono bambini bengalesi, tre, che stanno debuttando pure nell’atletica». Infatti riflette: «È importante che i ragazzi pratichino la disciplina che più aggrada loro, si tratti di basket, cricket o calcio, che tra l’altro forse appassiona perfino di più le seconde generazioni». A Volante, la possibilità che i bengalesi giochino lo sport del cuore in città «non disturba», anzi ricorda come nel primo mandato si sia a lungo «occupato della vicenda», che per un pelo sfumò al Lisert, su area Mangiarotti, per una questione di misure degli spazi. Poi il Covid, l’interruzione dell’incarico assessorile nel Cisint II.

Dunque Bullian: «Il Mandamento ha risposto meglio dell’amministrazione di Monfalcone a un’aspirazione legittima di tanti giovani, esercitare lo sport proprio. Il dibattito in corso è surreale, la vicenda grottesca e le posizioni di Cisint semplicemente reazionarie, dove la repressione sanzionatoria è stata l’unica politica messa in campo. La chiusura mentale della destra è vergognosa. Stiamo parlando del secondo sport al mondo e di disciplina olimpica». «Prima o poi ce la faremo e verrà riconosciuto anche alle persone asiatiche questo diritto – continua – come quello di professare in pubblico la loro fede, sancito dalla Costituzione. I leghisti assomigliano ai comunisti di fine anni ’40-’50 che tentavano di osteggiare qui, in quanto sport yankee, la diffusione del baseball, esportato dagli americani in presidio a Trieste fino al 1954. Sappiamo poi come è andata. In breve i comunisti ripensarono le loro posizioni. Sui leghisti riponiamo meno speranza, ma la storia farà il suo corso». «Ricordiamo – conclude – l’opera sportiva meritoria del consigliere Volante, che ha accompagnato a praticare il calcio tanti giovani bengalesi. Le posizioni di Cisint, per fortuna, non sono le uniche in maggioranza».

Parlano poi di «ennesima brutta figura internazionale della destra» Cristiana Morsolin e Alessandro Saullo (La Sinistra). «È passato giusto un anno – osservano – dall’ingresso del diritto allo sport in Costituzione, articolo 33, e dell’impegno dello Stato a tutelarlo. Un diritto che qui purtroppo è per molti, ma non per tutti: gli sportivi non sembrano avere pari dignità». «Che problemi ha, la Lega, con i tanti ragazzi che chiedono uno sport storico e riconosciuto dal Coni?». Non pervenuta la risposta, perché il cellulare del segretario isontino del Carroccio Paolo Bearzi squilla a vuoto. Ci pensa allora il dem Davide Strukelj a rimpolpare il dibattito: «Facile dire che se i ragazzi si comprano un terreno possono praticare il cricket, ma sappiamo tutti che senza l’intervento “facilitatore” dell’ente non si fa nulla. Per creare il campo di padel, ad esempio, l’Aula ha votato una variante. In via Primo maggio la comunità ha acquistato un’area per farci un centro e com’è finita?»