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Coppa Davis, preview Gruppo A: Italia strafavorita nonostante le assenze. Si parte mercoledì contro il Brasile

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I cosiddetti “problemi di abbondanza” di un anno fa che il nostro capitano non giocatore ha dovuto gestire, si sono… acuiti in questo settembre, potendo contare Filippo Volandri sugli stessi protagonisti più forti oggi di allora (Sinner, Arnaldi e Musetti), su nomi nuovi (Cobolli) e su rientri importanti (Berrettini). Anche il doppio degli specialisti Bolelli e Vavassori ha fatto il suo salto di qualità, e così oggi possiamo fare anche a meno sia del prossimo finalista dello US Open che del semifinalista di Wimbledon nonché medaglia di bronzo olimpica.

Nel 2023 il forfait di Sinner ci preoccupò non poco e l’inizio disastroso con il Canada ci spinse sull’orlo del precipizio; ci pensarono Arnaldi e Sonego a ribaltare due singolari pericolosamente inclinati a loro sfavore contro il Cile per dare il là alla cavalcata vincente, completata dal rientro di Sinner a Malaga.

Il livello tecnico mai così alto della nostra rappresentativa è una inesauribile fonte di ispirazione e stimolo per tutti: già sabato pomeriggio a Bologna Berrettini e Bolelli hanno cominciato gli allenamenti in vista degli impegni della prossima settimana. Ricapitolando: gli azzurri saranno impegnati mercoledì 11 con il Brasile, venerdì 13 con il Belgio e domenica 15 con l’Olanda.

Il Brasile si presenta con Jaime Oncins assiso sulla sedia del capitano; il protagonista della famosa Macumba di Maceiò del 1992 punta su Thiago Monteiro, amante della superficie rossa e quest’anno quartista a Rio e a Bastad. In seconda battuta c’è Felipe Meligeni Alves, attivo nel circuito minore e vincitore quest’anno di un solo incontro ATP, a Rio su Cachin. C’è poi il ragazzo prodigio Joao Fonseca, il “Sinner sudamericano”; diciottenne capace di varcare la soglia del top 200. Chiudono la lista i buonissimi doppisti Matos e Melo.

Con la guida di Steve Darcis, il Belgio schiera come primo singolarista Zizou Bergs, venticinquenne rivelatosi al pubblico romano per aver portato Rafa Nadal al terzo set al Foro Italico. Nel 2024 due belle vittorie con Tabilo ed Etcheverry ma anche molta discontinuità. De Loore e Onclin si disputeranno verosimilmente il posto di secondo singolarista e in doppio ecco la insidiosissima coppia Gille-Vliegen.

Da ultimi i Paesi Bassi: i contendenti più attrezzati possono contare sul numero 40 del mondo Tallon Griekspoor, autore di una stagione meno brillante di quella del suo lancio definitivo, il 2023. Il finalista di ‘s-Hertogenbosch è comunque molto solido e pericoloso; Botic Van De Zandschulp viene dall’exploit a New York ai danni di Alcaraz, ma la sua stagione è stata sin qui piuttosto deludente. C’è poi De Jong e il doppio, formato da Koolhof e Haase (salvo rimescolamenti).

Il Brasile ha un testa-a-testa di 2-2 con gli azzurri, che guidanoinvece 5-4 con il Belgio e 8-1 con l’Olanda. I sudamericani hanno una squadra rodata essenzialmente sulle superfici lente, con la possibile eccezione del giovanissimo Fonseca, atteso a destini aurei ma oggi ancora acerbo per vestire il ruolo di leader. Il Belgio aspetta un segnale da Bergs, che solo quest’anno ha compiuto il grande salto nel circuito dei grandi mentre Griekspoor appare l’unico con un curriculum da giocatore internazionale.

Tutte e tre le nazionali hanno il punto di forza nel doppio, ma anche l’Italia non scherza nella specialità, senza contare che al terzo incontro si potrebbe non arrivare in caso di 2-0 iniziale. La superficie veloce viene incontro alle caratteristiche di Berrettini ma anche Arnaldi e Cobolli, l’atmosfera sarà quella che ha sospinto i nostri “moschettieri” nella durissima impresa dello scorso settembre – visto come si era partiti.

Anche allora alla vigilia il pronostico ci vedeva vincitori, poi le cose seguirono una traiettoria molto tortuosa prima di sorriderci; quest’anno è ragionevole aspettarci che lo spavento del 2023 e l’oggettiva crescita degli azzurri ci possano portare a Malaga con qualche sobbalzo sulla poltrona in meno. Anche se, come sempre si dice in queste occasioni, “in Davis tutto è diverso”. Purché il risultato rimanga quello…