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Сентябрь
2024

Militari a bordo dei pullman Atvo contro borseggi e baby gang

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Mezzi pubblici gratuiti per il personale in divisa delle Forze Armate, come strumento per aumentare la sicurezza dei viaggiatori e contrastare fenomeni come le baby gang e i borseggi a bordo.

È una delle proposte che i dirigenti dell’Usmia Interforze (l’associazione professionale che riunisce i sindacati delle Forze Armate) hanno avanzato alla Conferenza dei sindaci del Veneto orientale.

L’occasione è stata un incontro tra il presidente della conferenza Gianluca Falcomer (sindaco di Cinto) e alcuni rappresentanti di Usmia Interforze: Marco Tamburlini (segretario generale Veneto Esercito), Amalia Alberico (segretario generale Veneto Guardia Costiera) e Antonello Figliolia, segretario generale Veneto Marina Militare. Falcomer ha ascoltato le proposte dei dirigenti dell’Usmia Interforze.

A breve si terrà anche un incontro con tutti i sindaci della conferenza, per illustrare nel dettaglio questi progetti. La prima richiesta riguarda l’estensione della gratuità del trasporto pubblico regionale al personale in divisa delle Forze Armate attualmente escluse, quale strumento di deterrenza per il crimine.

Una proposta già realtà in molte regioni, dal Friuli alla Lombardia fino alla Sicilia e a svariate province.

L’idea è semplice. Gran parte del personale delle Forze Armate è pendolare, spostandosi per lavorare nelle varie sedi. L’80 per cento usa la propria auto per raggiungere il posto di lavoro.

Incentivando il personale in divisa, con la gratuità, a scegliere il mezzo pubblico, si aumenterebbe il livello di sicurezza a bordo. «La nostra idea è dare una collaborazione in termini di percezione della sicurezza e della presenza dello Stato», spiega Tamburlini, «Se una signora in difficoltà vede una divisa, si avvicina. La divisa è anche un deterrente al crimine, perché un borseggiatore non agisce con un militare al fianco». La presenza dei militari potrebbe essere un aiuto alle società di trasporto, oggi costrette a rivolgersi ai vigilantes per la sicurezza a bordo.

Peraltro, la maggior parte dei problemi con le baby gang avvengono nelle ore in cui i ragazzi vanno a scuola. Le stesse in cui i militari sarebbero a bordo per recarsi al lavoro. L’Usmia Interforze ha chiesto pure di valutare un numero di posti riservati ai figli dei militari negli asili nido, scuola dell’infanzia e centri estivi per il personale non residente nel Comune in cui presta servizio. Oltre ad auspicare la valorizzazione del patrimonio immobiliare residenziale territoriale e demaniale.