Commissione Ue, Vesel si tira fuori: Slovenia a caccia di un altro nome
BELGRADO. Ursula von der Leyen aspira a plasmare una nuova Commissione europea molto più “rosa” delle precedenti. E l’unico candidato sloveno per un posto di commissario Ue, maschio, alla fine abbozza, dopo molte pressioni. Ed esce di scena. È il destino toccato a Tomaž Vesel, ex presidente della Corte dei conti di Lubiana e cavallo su cui aveva puntato tutte le sue carte il governo di Robert Golob. Ma Vesel ha annunciato ieri un definitivo passo indietro.
Il passo indietro
«Ero candidato con la sincera intenzione di fare del bene alla Slovenia», ha esordito Vesel in una comunicazione al primo ministro di Lubiana, ringraziandolo per il sostegno ricevuto dall’esecutivo sloveno nelle scorse settimane. «Sfortunatamente», ha continuato con parole pesanti, «la presidente della Commissione e io non condividiamo lo stesso concetto su come debba lavorare la Commissione». Da qui la decisione di ritirarsi e l’augurio di Vesel alla Slovenia, dove secondo i sondaggi una forte maggioranza sosteneva la sua candidatura, affinché Lubiana «possa finalmente ottenere un portafoglio influente» nel nuovo esecutivo comunitario. Golob, da parte sua, ha fatto sapere di aver accettato la decisione sofferta di Vesel. E il gabinetto del premier ha reso noto che il governo già ieri ha iniziato un dialogo con i partner della maggioranza per trovare e nominare ufficialmente un nuovo candidato sloveno, con una proposta che dovrebbe arrivare sul tavolo già lunedì, seguita dalla presentazione del successore di Vesel alla commissione parlamentare che si occupa della questione.
Le pressioni della von der Leyen
Uscita di scena di Vesel che è arrivata, ha svelato Politico, dopo un lavoro ai fianchi della stessa von der Leyen, intenzionata ad avere molte più donne nella sua nuova squadra – un sogno che si sta rivelando di difficile realizzazione, dato che su 29 candidati per ora solo circa un terzo sono donne. Lavorio che sarebbe stato fatto in particolare nei confronti dei Paesi membri guidati da partiti non affiliati al Partito popolare europeo di von der Leyen. A venire incontro ai desiderata della presidente della Commissione era stata finora solo la Romania, che ha annunciato di aver scelto l’eurodeputata Roxana Mizatu al posto di Victor Negrescu. Malta, invece, secondo svariate fonti diplomatiche starebbe opponendo forti resistenze nell’accettare il prolungamento del mandato della sua commissaria, Helena Dalli, prediligendo invece la candidatura di Glen Micallef. Sulla stessa linea, fino a ieri, anche la Slovenia di Golob, che aveva nominato solo Vesel, non accogliendo il consiglio di von der Leyen di proporre due nomi per ogni Stato membro, un maschio e una femmina. Vesel è il «candidato giusto» e «sono fiducioso» che sarà scelto, aveva scritto alla presidentessa della Commissione, ai tempi dell’indicazione del nome, lo stesso Golob. Non è andata così.
In pole diverse donne
Chi potrebbe prendere ora il posto di Vesel? La più accreditata a sostituirlo appare essere Marta Kos, ex diplomatica e candidata alle presidenziali del 2022 per il Movimento Libertà di Golob. Ma circolano insistentemente anche altri nomi, come quello di Marjeta Jager, un’alta funzionaria europea con passaporto sloveno, impiegata nella Direzione per le politiche di sviluppo e quello di Irena Joveva, ex giornalista ed eurodeputata, delle file del partito del premier. Ma secondo l’ex premier e leader dell’Sds, Janez Janša, in corsa ci sarebbe anche la ministra degli Esteri, Tanja Fajon.—