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Traffico in quota, al lavoro per il pedaggio sui passi

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Ztl in quota, come in città? Le fa intravvedere Daniel Alfreider, assessore provinciale dell’Alto Adige, all’Istruzione e cultura ladina, alla Mobilità e alle Infrastrutture. È lui a coordinare il Gruppo interprovinciale che da anni studia possibili soluzioni per il contingentamento del traffico sui valichi. In alternativa, secondo Alfreider, è necessario il pedaggio. Anche per pagare le opere logistiche a valle. Una misura, il pedaggio, allo studio delle Province di Bolzano, Trento e Belluno.

Arriviamo all’introduzione delle Ztl sui Passi?

«Nell’ambito della riforma del Codice della Strada è stata presentata una proposta per una “Ztl in zone Unesco”. Questa proposta mira a ridurre la pressione del traffico nelle aree di pregio più delicate, con alcune limitazioni: le zone “off limits” per i non autorizzati non possono durare più di cinque mesi, configurandosi quindi come Zone a Traffico Limitato Temporanee (Ztlt), i cui accessi potranno essere controllati anche elettronicamente. Tuttavia al momento non è possibile chiedere alcun pedaggio».

Come nessun pedaggio?

«I nostri parlamentari a Roma hanno proposto un emendamento per garantire la possibilità di richiedere anche un contributo d’accesso, ma al momento non ci sono le maggioranze necessarie per approvare tale proposta. Invito le associazioni che hanno firmato la lettera ad aiutarci a portare avanti a livello nazionale questa idea. Una volta introdotta la norma, sarà necessario capire se e in che modo potrà essere applicata ai passi dolomitici. Essendo di fatto delle strade di collegamento tra Province e Regioni».

Lei, dunque, si appella alle associazioni ladine che nei giorni scorsi hanno chiesto la chiusura dei Passi dalle 9 alle 16?

«Premetto: anche per me c’è troppo traffico e soprattutto troppo traffico di macchine e moto che non si tiene alle regole. Ma per quanto riguarda la richiesta di una chiusura temporanea dei passi voglio immaginare che nessuno pensi a una chiusura totale, giusto? Perché ci saranno persone che avranno in ogni caso il diritto di passare (rifugisti, chi lavora da una e dall’altra parte di un passo, trasporto pubblico). Pertanto, posso solo ripeterlo ancora una volta: anche per una teorica chiusura servirebbe un sistema di gestione».

Che cosa intende?

«Punti di controllo, personale, sistema di gestione autorizzazioni, infrastrutture quali rotonde, corsie preferenziali, parcheggi di contenimento e postazioni infopoint. Queste misure servirebbero in ogni caso. Allora la mia proposta è da tempo questa: iniziare proprio con queste misure e con un pedaggio per riuscire a finanziare tali investimenti. Perché nel momento in cui i singoli passi vengono chiusi per qualche ora senza misure propedeutiche, nelle valli e nei paesi si scatenerebbe un caos totale».

Si fa un gran discutere di overtourism. Esiste davvero o è una finzione, come taluni sostengono?

«Il turismo è stato la fortuna delle nostre valli. Ma siamo arrivati a un punto dove è importante avere una gestione chiara e valorizzare di più il nostro territorio, soprattutto la nostra gente. Per quanto riguarda la mobilità, con il prezioso sostegno delle Forze dell’ordine e alcuni Comuni, il nostro compito è di promuove il controllo delle regole esistenti, come i limiti di velocità, il contrasto ai parcheggi abusivi e il rispetto dei limiti di decibel. In alcuni Comuni sono state installate barriere fisiche per prevenire i parcheggi abusivi e segnaletica “park&ride” per facilitare l’uso di parcheggi dedicati e anche radar fissi di controllo velocità. Inoltre, sono stati implementati sistemi di gestione dei parcheggi e promosso l’uso del trasporto pubblico locale».

Con queste iniziative a valle, si può dunque procedere alla chiusure?

«Il contingentamento e il pedaggio per l’accesso alle aree sensibili rappresentano le misure più efficaci, ma anche più difficili da implementare e sono attualmente oggetto di approfondimenti legali e discussioni con i ministeri (perché oggi attualmente non autorizzate a livello legislativo) anche insieme alle altre Province e Regioni».

Per quanto riguarda la promozione dell’utilizzo di mezzi di trasporto sostenibili, voi in Alto Adige avete promosso il Guest Pass. Come è andata la sperimentazione?

«L’obiettivo è che gli ospiti, anche se arrivano in macchina, lascino il veicolo in garage durante il loro soggiorno in Alto Adige e si spostino utilizzando i mezzi pubblici. Iniziativa nuova in questa estate 2024 che ha già portato grandi risultati».

Come coordinamento delle tre Province quali iniziative state portando avanti per regolamentare i flussi?

«Le Province hanno implementato un sistema di monitoraggio del traffico e, attraverso un protocollo d’intesa, hanno accordato una collaborazione per regolamentare e decongestionare i flussi di traffico sui Passi. L’arma più efficiente per gestire il traffico è l’introduzione di un pedaggio; tuttavia, manca uno strumento legale che lo permetta. Siamo in contatto con il Ministero e con il legislatore a livello nazionale per capire come arrivare a una base giuridica che possa aiutare a raggiungere l’obiettivo. Nel frattempo, stiamo lavorando su altri fronti, come il potenziamento del trasporto pubblico che collega le varie province. Tuttavia, vi è margine per migliorare la collaborazione. Un esempio? la linea di autobus Dobbiaco–Rifugio Auronzo ha notevoli problemi dovuti all’eccessivo numero di macchine dirette al rifugio e la difficoltà di trovare una soluzione per dare precedenza al trasporto pubblico».