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Сентябрь
2024

Azienda sanitaria Friuli Centrale, mancano cento dirigenti medici: proclamato lo stato di agitazione

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«Grave carenza di dirigenti medici e sanitari, mancata valorizzazione economica, aggravata dall’assenza di garanzie sull’utilizzo dei 3 milioni di euro venuti meno con l’abolizione delle ex risorse aggiuntive regionali (Rar) e della perequazione».

Con queste motivazioni i dirigenti medici dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale (Asufc) iscritti ad Anaao, Uil e Cgil, hanno proclamato la stato di agitazione. Ma l’Azienda fa spallucce: «Non conosco le motivazioni, non mi hanno mai chiesto un incontro, se le relazioni sindacali sono queste – taglia corto il direttore generale dell’Asufc, Denis Caporale – vorrà dire che ai prossimi tavoli incontrerò solo le sigle che si comporta in modo corretto».

Bressan, il segretario regionale dell’Anaao, Massimiliano Tosto, e il segretario regionale della Funzione pubblica della Cgil, Andrea Traunero, assicurano di aver indetto l’assemblea su specifica richiesta degli iscritti stanchi di dover sopperire alla mancanza di circa un centinaio di dirigenti medici e alla fuga dei sanitari verso il privato.

Sul tavolo, i sindacalisti, pongono i 3 milioni di ex Rar venuti meno a seguito del trasferimento dei fondi regionali direttamente alle Aziende sanitarie.

«Sul recupero di questi fondi non abbiamo alcuna certezza» spiega il segretario generale della Uil, Stefano Bressan, prima di aggiungere: «La richiesta di incontro è pronta, se non ci riceveranno chiederemo la conciliazione dal prefetto.

Se fallirà anche quel tentativo non escludiamo lo sciopero». In realtà l’ipotesi dello sciopero era circolata già ieri, ma poi l’assemblea ha ripiegato sulla stato di agitazione anche per non creare disagi ai pazienti.

«La grave disaffezione verso il Sistema sanitario pubblico e la fuga nel privato trova radici soprattutto nella mancanza di un’adeguata valorizzazione economica e non, del personale della dirigenza medica e sanitaria» scrivono, in una nota, i sindacalisti, secondo i quali «la direzione aziendale non ha fornito alcuna risposta ne garanzia sui 3 milioni tagliati dalla Regione, anzi fa capire che quelle risorse non sono necessarie per dare i giusti riconoscimenti a tutti i professionisti che ogni giorno prestano la loro opera a favore dei cittadini».

Secondo Bressan, Tosto e Traunero la direzione dell’Asufc «vorrebbe finanziare le sole eccedenze orarie con risorse non storicizzate, impiegabili per progettualità o per incrementare il salario di base di tutti i medici». E ancora: «Attorno a questi 3 milioni c’è un gravissimo clima di omertà sia da parte della direzione aziendale che da parte della Regione e questo è totalmente inaccettabile in quanto sono soldi pubblici.

Non abbiamo – aggiungono i tre vertici sindacali – nemmeno contezza sulle risorse necessarie per pagare tutte le eccedenze orarie prodotte dal personale». In questa situazione, ad Anaao, Uil e Cgil risulta «difficile credere al previsto abbattimento delle liste d’attesa vista la grave carenza di organico e l’incertezza sui fondi, quindi i proclami fatti hanno più un sapore di campagna elettorale piuttosto che di una reale soluzione».

Altrettanto deciso Caporale: «Vogliono attribuire all’Asufc la responsabilità su azioni di cui non abbiamo competenza».

Il direttore generale dell’Asufc è conscio della mancanza di circa cento dirigenti medici, non a caso, spiega, «abbiamo trasformato i risparmi del piano assunzione in prestazioni aggiuntive da riconoscere al personale presente. Asufc ha operato e opera correttamente, sono pronto a indire un’assemblea con i dipendenti a prescindere dalle sigle sindacali».

Non sarebbe la prima volta: «Ho negoziato personalmente il budget con le 250 Soc» ricorda Caporale soffermandosi sulla fuga di nmedici e infermieri nel privato. Un’annosa questione favorita dalle offerte allettanti che non prevedono turni notturni.