Silea, nuovo servizio alla casa per anziani: apre il nucleo Fragilità
La Casa per Anziani di Silea gestita dalla Fondazione Villa d’argento si dota di un nuovo nucleo, denominato “Fragilità”, che nasce dall’ascolto e dalla comprensione delle necessità emergenti degli ospiti, sempre più complesse e in continua evoluzione, e si configura come risposta ad una delle sfide dei tempi con i mezzi e le risorse disponibili.
Concepito come luogo di vita e casa dell’anziano “fragile”, è uno spazio protetto dove la persona possa godere del massimo della libertà nel pieno della sicurezza e compensare i deficit cognitivi e funzionali causati dalla demenza attraverso un ambiente a propria misura, coinvolto in programmi che contribuiscano a dare un senso alle sue giornate, con un’attenzione particolare a tutto ciò che è il non farmacologico.
L’inaugurazione è avvenuta lunedì 2 settembre alla presenza del direttore generale dell’Ulss 2 Marca Trevigiana Francesco Benazzi, del sindaco del Comune di Silea Rossella Cendron e dell’assessore alle politiche sociali Francesco Biasin, di tutto il CdA della Fondazione Villa d’argento e del Comitato Familiari.
Il nucleo “Fragilità”, allestito al primo piano di Villa d’argento, si concretizza in uno spazio di vita realizzato con “semplicità di valore”, inserendo piccole attenzioni derivate dallo studio e dall’esperienza, con la cura del gesto misurato e dedicato e attraverso un lavoro di rete che possa continuare a contagiare di buone prassi di cura. Qui i 14 ospiti iniziali (il numero è flessibile) possono muoversi in autonomia e sono coinvolti in attività educative e di terapia occupazionale (laboratori di cucina e di sartoria).
«Con il progetto “Fragilità” – spiega l’assessore alle politiche sociali Francesco Biasin – ci siamo impegnati in primis nella direzione della valorizzazione delle persone con necessità socioassistenziali legate alle patologie degenerative, seguendo le indicazioni a case-mix (nuova area 3) nel rispetto anche delle innovazioni richieste dalla DGR 465/24. Le sfide sono numerose e già si aprono nuove prospettive di lavoro per continuare offrire risposte adeguate ai bisogni emergenti».